lunedì 30 luglio 2012

Anteprima: Un segno nelle tenebre di Roberta Ciuffi

Edizione  Leggereditore


by andreina

Una ragazzina sta tornando a casa dal lavoro. È sera, è buio. Da un portone sbucano due braccia che l’attirano all’interno. Lei grida, ma l’assalitore riesce a immobilizzarla e azzittirla. Quando tutto sembra perduto, un ringhio risuona nello scantinato, e un lupo si avventa sulla schiena dell’uomo. Poco tempo dopo, Maura Coulter, insanguinata e sconvolta, fa il suo ingresso all’Hôtel de Clercy, questa volta sotto spoglie umane. Non c’è tempo da perdere, perché quella sera la donna incontrerà il suo peggior nemico, ma anche colui che minaccia di conquistare per sempre il suo cuore. Si tratta del principe Maksìm Nikolàevich Balanov, rampollo della famiglia che per diversi secoli ha contrastato quella dei Coulter. Tuttavia è giunto il momento di una tregua… anche se la posta in gioco è troppo alta, e l’intera stirpe dei Lykaon rischia di essere annientata per sempre.

Roberta Ciuffi torna con  il secondo romanzo della serie dedicata ai licantropi.
Dopo Un cuore nelle tenebre, arriva in libreria  Un segno nelle tenebre.
Abbiamo chiesto all'utrice alcune info su questo secondo romanzo. Oltre ad averci regalato un piccolo estratto,  ecco cosa ci ha detto:

In un romanzo, i protagonisti costituiscono senza dubbio uno degli elementi più importanti per far sì che la storia sia amata e ricordata. Nel corso di questa storia imparerete a conoscere Maura e Maksìm, e spero che li apprezzerete e vi affezionerete a loro. Quei due hanno talmente tante pagine a loro disposizione, perché riusciate a farlo!
Queste poche righe sono invece dedicate ai molti personaggi che affollano questo romanzo, senza esserne i protagonisti. Quelli per cui avevo previsto una partecipazione, e che magari si sono presi una parte maggiore di quella che avevo loro assegnato. O gli altri, cui non avevo proprio pensato, ma che hanno fatto capolino tra le righe quasi di loro spontanea volontà. E poi quelli di passaggio, privi di una reale importanza, ma senza i quali un collegamento, un chiarimento, una svolta non sarebbero stati possibili.
Innanzi tutto, alla quieta, forte e dolente Clara, che forse sceglierà per sé una vita meno vincolata dalle convenzioni.
Al dottor Dirk Heller, dall'aspetto simile a quello di una lucida pantera nera, in cerca di un riscatto dal suo destino di sangue a metà. Al buon dottor Lusverg, dalla barba rossa e il cuore puro.
Alla principessa Marina, dai capelli candidi e il volto da dea, e l'animo barbaresco.
E perfino a Kerleroux, cattivo più unico che raro nei miei romanzi, dalla malvagità a tutto tondo e priva di redenzione.
Ma soprattutto alla baronessa Korda, dai capelli sale e pepe e i fulminanti occhi neri, anziana capobranco del Cerchio Femminile di Parigi. Cara Sabine, mi dispiace di averti incontrata così tardi. Sarebbe stato bello avvolgerti attorno la trama di una storia.
A Roman non faccio alcuna dedica: noi ci rincontreremo tra breve!


<<Maksìm le infilò la mano nella curva della schiena, spingendola contro di sé. Si accorse che era eccitato e per reazione il suo corpo iniziò a rispondere. Gli mise le mani dietro la testa, le dita tra i capelli biondi che al sole scintillavano come fili di platino, e chiuse gli occhi. Le sembrava che la sua bocca la stesse divorando, che le mani le studiassero il corpo per ritrovare o memorizzare tracciati già percorsi. 
Cominciò a tremare e la sua mente a perdersi, e un istante dopo smise di essere Maura, una persona isolata al centro dell'universo. 
I confini della sua identità si frantumarono, permettendo l'invasione di un altro essere. Per quel breve istante Maksìm fu dentro di lei, stavolta nella mente invece che nel corpo, e lei lo vide, così come l’uomo doveva vedere lei: una creatura fatta di sensazioni, di colori, pervasa da una vibrazione che era unica. Vide dissolversi lo strato sottile della sua raffinata civiltà e sotto di esso erompere la furia della creatura selvaggia che era in lui: assorbì il nero sapore della frustrazione, della disperazione accantonata ma mai dimenticata. Perfino dell'amara pazienza in cui imprigionava un carattere tempestoso. 
Si staccò dall'abbraccio, ansando piano. Per un attimo le parve di precipitare, priva di appoggio. Ci volle qualche secondo prima che riuscisse a ricostituire l'integrità della propria identità, e dopo si sentì profondamente sola.>>

domenica 29 luglio 2012

Premio letterario del romance "Salento in love"

by andreina



Desideriamo  avvisare le lettrici che è stato indetto  un concorso letterario che testimonia il crescente interesse per il genere Romance, a cui possono partecipare tutti.


L’Associazione Culturale Morfè, (partners: il Quotidiano Nazionale e la Città del libro, un evento letterario di grande risonanza che richiama autori ed editori del panorama nazionale) ha indetto  Salento in Love, un premio letterario per un racconto romance storico ambientato in Salento

Il Premio letterario "Salento in love" nasce dall’idea di un sodalizio tra il romance storico e gli scenari, per molti poco noti, della storia del Salento. È la volontà di dare spazio ad un genere narrativo molto apprezzato da un numero crescente di lettrici e privilegiato da scrittrici che sanno raccontare di due vite che incrociano i loro passi nel vasto panorama della Storia, rendendoli protagonisti con la loro storia d’amore e di passione che, prima di poter volgere al sospirato lieto fine, conosce spesso ostacoli, patimenti, equivoci e intrighi orditi dalle mani dell’uomo e dal vento della Storia. E ricca di fascino è la storia dell’antica penisola salentina, una terra dai ritmi ancestrali, come le passioni umane, che può accogliere tra le pieghe delle sue traversie storiche le vicende romantiche ispirate magari da uno scorcio degli intarsi di pietra del barocco delle corti e dei giardini dei palazzi di Lecce o dalle torri fortificate che punteggiano le coste del Salento, vecchi baluardi a difesa dalle incursioni corsare e turche. Pittoreschi ritagli di arte e di storia salentina sui cui intrecciare la trama di un romance che sappia svelare, tra le righe del racconto d’amore, scenari di Storia ancora non visitati.


Abbiamo proposto la presidenza di giuria all’autrice Ornella Albanese e lei ha accettato con entusiasmo, sempre disponibile quando si tratta di divulgare e far conoscere il genere Romance.
Il Salento è stato al centro, nei secoli, delle mire espansionistiche di molti popoli, e ha visto il passaggio di guerrieri, di viaggiatori e di pellegrini, quindi ogni angolo è ricco di storia.
I racconti potranno essere ambientati nel periodo che preferite, dal Medioevo alla fine dell’Ottocento, e il termine di scadenza è il 27 novembre.

Leggete il bando e cominciate a immaginare la vostra storia!
Vi aspettiamo numerose e vi auguriamo buon lavoro!

Associazione Morfè

Per tutte le informazioni, visitate il sito :
 www.love.associazionemorfe.org
 e-mail: eventi@associazionemorfe.or

venerdì 27 luglio 2012

John McFee e la sua sposa spagnola

by andreina





Popolo del web finalmente è arrivato!!!!!!!!!.
Lo abbiamo aspettato, bramato, sbirciato in ogni dove per avere un segnale del suo arrivo imminente  ... ma ora CI SIAMO !

Di chi sto parlando?
Ma dell'unico, inimitabile esemplare maschio e selvaggio, crudele, bastardo e impossibile pirata della famosa saga dei pirati Mar dei Caraibi; il misterioso John McFee,  il meticcio dagli occhi di ghiaccio, il personaggio più interessante e cruento che la sua creatrice  Kathleeen McGregor abbia concepito.
Lo odieremo quanto lo ameremo, ci farà soffrire e gioire in parti uguali, perchè lui è un personaggio inimitabileincredibile e pericoloso, ci trasmetterà tante di quelle sensazioni e emozioni che alla fine della lettura ci chiederemo: ma come può un essere umano creare un personaggio formidabile come lui?
La risposta per me è una sola, Kate Mcgregor è un genio, e chi ha letto i precedenti libri, non può essere che d'accordo con me e non può assolutamente non innamorasi di John nel bene e nel male!  Pensate che io ne sono innamorata da tanto tempo ormai...quindi care lettrici l'attesa è finita... AIO! tutte in libreria perchè il selvaggio dagli occhi di ghiaccio ci trasporterà in un mondo che mai ci saremmo immaginate!


La Sposa Spagnola

Mar dei Caraibi, 1671
Un pirata coraggioso e senza scrupoli e una donna affascinante e di rara bellezza si incontrano... e il loro destino cambierà per sempre.
Avventura, emozioni e un’accurata ricostruzione storica
fanno di questo romanzo un’imperdibile lettura!

Sullo sfondo di paesaggi esotici, dalla bellezza incantatrice, si snodano le vicende del pirata John McFee, uomo senza scrupoli, dal passato oscuro e controverso.
Il suo cammino lo porterà a combattere aspramente durante la presa di Panama, a vivere tra gli indios della giungla e a solcare i mari verso l’isola di Barbados.
Soprannominato ‘il meticcio dagli occhi di ghiaccio’,
John vedrà le sue difese sciogliersi al sole dei Caraibi,
quando una misteriosa quanto attraente donna farà irruzione nella sua vita. Tuttavia Soledad è restia a fidarsi... la semplice vicinanza dell’uomo la terrorizza,
lasciandola senza respiro. Solo un sentimento puro saprà
forse scalfire l’animo inquieto di un pirata avvezzo a feroci arrembaggi e bufere inarrestabili.

Un romanzo affascinante, soprattutto per le sue descrizioni
marinaresche e piratesche quanto mai credibili
.” Franco Forte

Alcuni hanno definito questa autrice la Wilbur Smith
italiana e non si può che essere d’accordo con loro.
” Romance Magazine


La saga MAR DEI CARAIBI è composta da:

CORINNA- protagonisti Dorian O'Rourke Corinna McPherson
CUORE PIRATA - Walter Avery e Glen
L'IRLANDESE -Gavin O'Dowd e Alma De Castillo
LA SPOSA SPAGNOLA - dedicato a John McFee e Soledad
+ NOTTE DI TEMPESTA - protagonista Pablo O'Dowd e Marie Sauvage (racconto contenuto nella Romance magazine n.0)

Benché La sposa spagnola sia il quarto libro pubblicato, nella serie si colloca in ordine temporale tra Corinna (1662-1669) e Cuore Pirata (1672), dato che gli avvenimenti narrati avvengono nel 1671, anno della presa di Panama da parte di Henry Morgan.


Estratto (dalla copertina del libro)

Quasi inaspettata, la banchina si aprì davanti ai suoi occhi, e Soledad si fermò, ansimando sonoramente, a malapena in grado di reggersi sulle gambe tremanti, puntando lo sguardo verso il mare alla ansiosa ricerca del galeone che rappresentava la salvezza.
Le ci vollero pochi istanti, eppure parvero eterni, per accorgersi che le grandi vele erano aperte al vento e che avevano già iniziato a spingerlo dentro la marea in rotta verso sud.
«No...» gemette disanimata, le mani premute sul viso. Incredula, scrutò il profilo della banchina, poi quello della baia che si stendeva a ovest, dove decine di uomini correvano verso la spiaggia e altri li inseguivano, sparando, in lotta per le poche barche e scialuppe rimaste a riva. Per un terrificante momento si ritrovò a fissarli, sconvolta al pensiero di stare guardando i temuti pirati di Morgan mentre atterravano e sopraffacevano coloro che avrebbero dovuto difendere Panama.
Anche a quella distanza poté distinguere il sangue che li imbrattava, e le espressioni spietate che avevano sulle facce sporche e urlanti. Si volse con un tremito e ricominciò a correre, senza meta, unendosi ai fuggiaschi e agli animali imbizzarriti diretti verso l’altra estremità della banchina, verso la giungla che si stendeva oltre la città.


L'autrice dice di se stessa:

"Chi mi conosce, direbbe che la mia vita procede su due binari paralleli, quello che seguono i miei piedi, ben saldo a terra, e quello che segue la mia testa, di qualche migliaio di metri più su, con qualche scambio ogni tanto perché possa scendere dalle nuvole e prendere contatto con la realtà.
Leggere e scrivere fanno così parte della mia esistenza che senza mi parrebbe di non vivere. Leggere stimola la mia capacità creativa, risveglia la mia fantasia, la nutre; scrivere proietta il mio mondo inconsistente su un supporto reale, e lo fa vivere, lo trasforma in emozioni, e quel che è più importante, lo rende condivisibile con gli altri."

mercoledì 25 luglio 2012

Il dibattito su "Histoire d'O" nel BDSM, una opinione

di Master8888


Il romanzo erotico "Histoire d'O" fu pubblicato nell'ormai lontano 1954, mentre il film che lo portò alla notorietà del grande pubblico (provocando come "effetto di ritorno" anche la diffusione del libro,
prima noto ad un pubblico molto piu' ristretto), quello con Corinne Cléry protagonista, é del 1975 (in Italia uscì nel 1976).

Potrà quindi a prima vista sembrare strano, curioso, che io senta il bisogno di occuparmene. Tra l'altro, la sigla BDSM si usa da una trentina di anni, per cui l'"Histoire d'O" é precedente sia come libro che come film.Ma ci sono due validi motivi per farlo.
Il primo é che il dibattito nel mondo BDSM (e anche non BDSM, per chi si interessa alla letteratura erotica in genere) non é mai cessato e anzi ha portato alla creazione di due "schieramenti" contrapposti, quello di chi ama "Histoire d'O" (con conseguente vitalità nel BDSM di molte simbologie tratte dal romanzo) e quello di chi lo detesta con tutte le proprie forze attribuendogli la colpa di essere origine di molti mali del BDSM.
Il secondo motivo di interesse é che successivamente a "Histoire d'O" non é mai apparso un testo erotico che tocchi tematiche proprie del BDSM capace di rivaleggiare con il predecessore in qualità e notorietà.
E sul termine "qualità" già qualcuno non sarà d'accordo.
Io non condivido nessuna delle due posizioni estreme sopra richiamate, penso che il racconto abbia un "involucro di fantasia" privo di qualunque attinenza con la realtà, ma anche un nucleo di contenuti validi e complessivamente é ben ideato e ben scritto (se non altro, non sarebbe sopravissuto così a lungo).
Non ha pesantezze ripetitive (come invece moltissimi racconti erotici), anzi é costellato da non poche efficaci invenzioni narrative, complessivamente era straordinariamente originale (ora non lo é piu'
solo perché é stato ampiamente copiato).
I critici ad oltranza di "Histoire d'O" sottolineano la sua totale irrealtà e quindi il pericolo che persone sprovvedute possano confondere fantasia e realtà combinando grossi guai. Un pericolo che indubbiamente esiste, ma a mio avviso non può essere utilizzato per criticare l'opera, visto che la sua "irrealtà" si muove esattamente entro schemi letterari noti ed usatissimi, per cui ritengo opportuno
evidenziarli.

Essenzialmente, i meccanismi letterari da chiarire sono:
1) il luogo della fantasia;
2)la potentissima società segreta (ed il complotto);
3) il sogno.
Cominciando dal primo, innumerevoli volte é stata fatta obiezione sull'assoluta irrealtà del Castello di Roissy. Ma se cancellassimo "il luogo della fantasia" quanta letteratura dovremmo mandare al macero? Dalla terra di mezzo nel "Signore degli anelli" di Tolkien, alla classica "isola che non c'é" di Peter Pan, all'isola di Montecristo (che esiste, ma per come viene letterariamente utilizzata) in Dumas, nella letteratura é tutto un fiorire di luoghi fantastici.
E Roissy, anche per la sua strana sorte di essere stata poi scelta per costruirvi uno dei piu' grandi aeroporti Hub del mondo, é a tutti gli effetti un luogo della fantasia.
Il secondo meccanismo narrativo che vorrei evidenziare é quello della "potentissima società segreta" (tra l'altro "ingrediente" indispensabile perché il Castello di Roissy possa essere ciò che é), un
elemento che di solito circola appaiato con il "complotto perfetto", tutte cose di cui Umberto Eco ci ha dato una magistrale lezione ne "Il cimitero di Praga".
Dai "Beati Paoli" a Templari e Massoneria visti non nella loro realtà storica, ma quale elementi puramente fantastici, la letteratura ne é piena.
Il terzo meccanismo é quello del sogno e qui c'é in "Histoire d'O" un'invenzione a mio avviso originale e ingiustamente sottovalutata e cioé il finale, anzi "il non finale", la paginetta in cui si dice vagamente qualcosa per chiudere la storia in realtà senza chiuderla, perché non é per nulla un vero finale.
In realtà é a tutti gli effetti una fine di sogno.
Tutti noi abbiamo avuto esperienze di sogni, spesso lunghi e complicati.
Ma il sogno finisce bruscamente con il risveglio e il risveglio non aspetta mai che si sia compiuto un vero finale. Il sogno é per sua natura "monco" e negli attimi in cui si transita dal sogno alla veglia
ci si da a volte uno sviluppo sommario della trama, un finale.
La paginetta conclusiva dell' "Histoire d'O" é questo, il finale sommario e insoddisfacente che diamo ad un sogno risvegliandoci.
E questo avrebbe già dovuto avvertire il lettore avveduto sulla natura onirica del racconto.

Quindi, evidenziati i tre suddetti meccanismi narrativi e la loro abitualità in moltissima letteratura, é inutile che tanti appartenenti al mondo BDSM continuino a ripetere il discorso dell'irrealtà del
Castello di Roissy, di una società segreta che evidentemente con larghi mezzi economici e vasta partecipazione di persone trasforma donne (volontarie) in perfette schiave e così via.
Questo é solo l'nvolucro narrativo, la confezione ed é perfettamente inutile discutere della "scatola", bisogna vedere piuttosto se quello che sta dentro alla "scatola" é valido oppure no.
E qui veniamo al punto, a ciò che veramente conta.
Dell'involucro abbiamo detto, ora per favore accantoniamolo.
I contenuti veri di "Histoire d'O"  sono molto, molto interessanti in un'ottica BDSM.
Innanzi tutto mancano la nevrosi ed il senso di colpa (se non nella famosa ultima paginetta, della cui essenza onirica abbiamo detto), ma senza ricorrere al ribaltamento dei valori di cui si serve De Sade,
ribaltamento che ha in se intrinsecamente l'ammissione che esiste una scala di valori accettata dalla maggioranza.
Nell' "Histoire d'O" non ci sono malattie mentali o nevrosi pregresse (come ad esempio in "Secretary"), nessuno va dallo psicologo o psichiatra, non si tira in ballo la morale o leggi divine o cose del genere. Certo, ci sono i sentimenti e le manifestazioni umane, amore, dolore, angoscia, dubbio, pianto, ma ognuno fa quello che deve fare secondo il suo ruolo nella storia.
Ad un certo momento un "esterno" si innamora di "O" e secondo lui "cerca di salvarla", offrendole un'altra vita.
"O" si arrabbia e chiede a Sir Stephen cosa aveva deciso di fare di lei quel giorno. Sir Stephen la frusta e quando arriva "l'innamorato" basta lo sguardo di "O" per metterlo in fuga, facendogli capire che "O"
non é una "vittima", ma una persona che ha fatto una scelta consapevole da cui non vuole uscire.
Il contraltare di questo brano é quando "O" viene marchiata a fuoco e una "consorella" nella "scuola di musica" ha un crollo emotivo per cui decide di mollare. Ebbene, pur dopo che si é compiuto quell'atto così traumatizzante, con estrema naturalezza viene detto a chi ha deciso di lasciare che sarà accompagnata a Parigi al piu' presto.
Due episodi che mettono in luce ciò che é piu' difficile da capire per chi é "esterno" al BDSM (ed anche per chi é "interno", ma non ha la vocazione o non ha fatto il giusto percorso), oltre alla mancanza di senso di colpa e di nevrosi o "malattie", la ovvietà dell'indispensabilità permanente del consenso, della scelta, anche quando accadono cose piuttosto crude.
Perché in "Histoire d'O" nulla é edulcorato (come in innumerevoli romanzetti BDSMsoft e nel diffuso similBDSM-soft), le frustate sono frustate, fanno male, lasciano segni che durano a lungo e provocano
pianti ed urla. Eppure(almeno nella mia percezione) non c'é violenza intesa come imposizione con la forza sulla volontà, é chiaro che "O" sceglie di affrontare le durissime prove a cui é sottoposta. E non vedo neanche volgarità, pur in cose (come la sodomizzazione e il vestiario studiato per sottolineare le nudità) che facilmente potrebbero scadervi.
Un dialogo contenuto proprio all'inizio del libro, mentre "O" viene preparata per essere fustigata per la prima volta a Roissy, l'ho sempre considerato un punto "di vertice" rispetto al BDSM. Uno degli "uomini di Roissy" chiede a René (l'amante di "O", per amore del quale "O" é a Rossy) se ha mai frustato e appeso la sua amante, ricevendo in risposta un no. L'altro si dichiara molto soddisfatto di questo, perché se l'avesse frustata solo qualche volta "ci avrebbe preso gusto", ma così non sarebbe andato bene, perché "vogliono sentirla urlare". Dialogo apparentemente brutale e poco comprensibile, se non si capisce che si intende dire che qui si va molto al di là del mero masochismo e dell'amore, si cerca un risultato "spirituale", una soddisfazione di "O" che deve essere nel puro dono di se stessa, senza neanche (appunto) il piacere masochistico.
E successivamente il concetto viene confermato quando un'altra "ospite" del Castello sentendo che "O" é stata portata dal suo amante le dice "sei fortunata, con te saranno molto piu' duri".
Qualche considerazione va fatta anche sulla notissima "cessione" di "O" dall'amante René (per amore del quale "O" va a Roissy) a Sir Stephen. Questa "cessione" a mio avviso é stata capita a sproposito
ingenerando in molti il sogno (sbagliato) che poter "cedere" ad altri la schiava sia uno dei vertici del BDSM (ed infatti qualcuno ha cercato di farlo, quasi sempre con esiti disastrosi).
A mio avviso non si tratta per nulla di una "cessione", quanto di un "complotto" (vedi sopra quanto ho scritto su società segrete e complotto). Fin dal primo momento é già deciso che "O" sarà irretita da
René per poi consegnarla a Sir Stephen, non c'é nessuna cessione, bensì un iter deciso e pianificato sin dall'inizio.
Ritengo che quello che si voleva evidenziare era piuttosto che l'amore nel BDSM é fallace, se non addirittura estraneo ed infatti l'amore di "O" per René si polverizza dopo che "O" é stata portata dal
percorso compiuto e dalla personalità di Sir Stephen ad un vero rapporto Padrone/schiava. René é solo un passaggio, una parentesi e l'amore per lui un fantasma che sembra importantissimo e invece si
dissolve come la nebbia al mattino.

Il messaggio é che nel BDSM conta la qualità del rapporto Padrone/schiava e questo se é vero e valido é qualcosa di piu' evoluto, piu' ricco, si pone ad uno stadio successivo, rispetto al semplice rapporto amoroso vanilla, anche quando questo prende la connotazione "per lui sono disposta a tutto".
Ma intendiamoci bene. Non é che per fare vero BDSM bisogna arrivare per forza ai livelli del romanzo, anzi é molto frequente che ci si fermi assai prima (anche se i "livelli superiori" sono quantomeno un vertice cui aspirare, divenendo così un incentivo a migliorare).
Piuttosto, "Histoire d'O" ammonisce utilmente che il BDSM non é un giochetto da affrontare con leggerezza e superficialità, ma qualcosa che non é per tutti e che va preso molto seriamente perché per farlo sul serio bisogna comunque intervenire sul corpo e sulla mente in modo rilevante e quindi la possibilità di fare danni é grande.
C'é al giorno d'oggi tanta gente che si improvvisa, che crede di fare BDSM perché gioca con le manette con il peluche e i flogger di fili di gomma, poi un giorno all'improvviso decide di fare di piu' (senza averne capacità ed esperienza, peggio senza rendersi conto delle possibili conseguenze di un atto) e qualcuno si fa male di brutto. Per capirci, é un pò come i ragazzini che giocano con i petardi oppure con l'alcool e i fiammiferi e poi finiscono all'ospedale.
Per questo in un'ottica BDSM trovo "Histoire d'O" preferibile ai romanzetti edulcorati, che hanno illuso e illudono masse di persone che il BDSM é tutto facile, leggero, innocuo.
Un altro aspetto di "Histoire d'O" che voglio evidenziare é quello dell'impatto sull'immaginario BDSM che ha permanentemente.
Ad esempio, "anelli di O" (anelli per dita, intendo) sono prodotti pur di nicchia ma sempre offerti da molti laboratori artigianali sensibili ad una certa clientela, segno che la domanda esiste.
E mentre un tempo sarebbe stato assolutamente impensabile, oggi non sono poi tanto rare le donne che sotto gli abiti nascondono piercing in parti molto intime, un genere che il romanzo profetizzò in anni in cui sarebbe stato realmente fuori dal mondo.
Ma la cosa che mi colpì di piu' fu scoprire che in Germania esiste un laboratorio non tanto piccolo che riproduce i famosi abiti che ostentano scoperte le parti "critiche" del corpo femminile indossati dalle "allieve schiave" nel Castello di Roissy.
Apro una parentesi. Nel 2008 visitai a Monaco di Baviera il "Boundcon". Un enorme ex stabilimento BMW é stato restaurato perfettamente e trasformato in spazio per varie manifestazioni ed esposizioni. Qui ogni anno per due o tre giorni si sviluppa il citato "Boundcon", una sorta di grandissima fiera campionaria di tutto ciò che riguarda il BDSM, intervallata da continue "performance" di bondage.
In questo contesto mi colpì la dimensione e l'assortimento di vestiti che offriva lo stand dei produttori di "vestiti del Castello di Roissy" e dato che difficimente si crea una apprezzabile offerta se non c'é
domanda, devo supporre che almeno nel centro e nord Europa questa domanda (chiaro, di nicchia, ma di una nicchia poi non tanto piccola) c'é.
Cercando di trarre qualche conclusione alla fine di questo lungo discorso (che non pretende assolutamente di essere esaustivo, piuttosto ho voluto illuminare alcuni aspetti, concetti, punti, di interesse e di guardarli da un'ottica non consueta), il mio giudizio soggettivo su "Hstoire d'O" é positivo, vale la pena di avere sugli scaffali di casa il libro ed il DVD del film (magari nella versione piu' completa, reintegrata rispetto agli spietati "tagli" della censura anni '70) e di rileggerlo e riguardarlo. Non so di quanti romanzi erotici potrei dire altrettanto a quasi sessant'anni dalla prima pubblicazione.

lunedì 23 luglio 2012

Cinquanta Sfumature di Rosso: Atto Finale

di Master8888


Cosa penso di "Cinquanta sfumature di Rosso" e qualche mia conclusione complessiva sui tre volumi delle "Cinquanta sfumature...".

E' stata una faticaccia, ma finalmente ho completato la lettura anche dell'ultimo dei tre volumi della trilogia "Cinquanta...".
Per la verità, non è una trilogia, in realtà è un unico romanzo di dimensioni mostruose che per ragioni ovvie è stato diviso in tre pezzi, ma in realtà è un racconto unitario.
E qui ci sarebbe da fare una digressione sulla diseducatività dell'e-book, perché al tempo in cui esisteva solo il libro di carta un editore (io se lo fossi lo avrei fatto) avrebbe chiamato l'autrice e gli avrebbe detto che andava tutto condensato in un solo volume di cinquecento pagine, così tra l'altro si sarebbe risolta la ripetitività di tanta parte dell'opera. Oggi sceglie "il pubblico" e si sa che la massa spesso non fa le scelte più oculate.
Comunque, date le premesse che sto facendo devo confermare la piena validità di quanto ho scritto a proposito di "Cinquanta sfumature di Nero".
Tuttavia, nonostante questo e nonostante il soffocante perbenismo della presunta trilogia, io un pregio l'ho trovato.
E sì, perché dopo tante polemiche in ambiente BDSM, tra me concordemente con  pochi altri, assertori dell'esistenza di un vero BDSM (e quindi anche di un falso BDSM), contrastati dalla massa che asserisce che tutto può essere BDSM, perché nessuna "autorità riconosciuta" ha il potere di delimitarlo, per cui ognuno fa come gli pare, finalmente abbiamo in mano un testo che dimostra in modo solare cosa sia il "famolostranismo" e come questo sia totalmente diverso dal vero BDSM.
Una parentesi però va aperta per spiegare al lettore cosa sia il "famolostranismo", visto che lo avevo già tirato in ballo nel mio precedente articolo, ma senza spiegarlo, se non sommariamente per inciso.
In un film di Verdone compare una coppia che si sposa, composta da Ivano interpretato dallo stesso Verdone e Jessica interpretata dalla Gerini. Si tratta di due romani "coatti", che impersonano l'aspetto più deteriore degli odierni romani di bassa cultura.
Il film introdusse un "tormentone" di successo, Jessica (masticando in modo plateale l'immancabile gomma americana) chiede continuamente a Ivano "'O famo strano?" e i due finiscono per avere rapporti sessuali nei modi più strani e impensabili.
Da qui, dalla battuta "'O famo strano?" (dove la O sembra essere stata voluta da un nemico del BDSM come nemesi dell'"Histoire d'O"...), è stato mutuato in ambiente BDSM il termine dispregiativo "famolostranismo", per indicare chi non fa vero BDSM, ma utilizza tecniche, "apparenze", oggetti, propri del BDSM solo per eccitare lui e lei e consentire così più facili e "piccanti" rapporti sessuali, i quali, quindi, sono il vero e fondamentale scopo del "famolostranismo".
Nel vero BDSM lo scopo finale è il potere, il controllo da parte del Dominante sulla sottomessa (preciso che di donne Dominanti e uomini sottomessi non parlo, pur essendo il BDSM piu' diffuso, perché oltre che fuori tema rispetto al libro che sto commentando è totalmente estraneo alla mia natura), i rapporti sessuali possono esserci (certo non a ritmo "allevamento di conigli" come fa Christian Grey!), oppure non esserci, ma comunque hanno una funzione sussidiaria, non principale.
Infatti, mentre confermo che per tutta la cosiddetta trilogia ho visto solo "famolostranismo" (con una presenza ripetitiva fino alla più profonda noia, ossessiva, continua, strabordante, incredibile fino all'assurdo del rapporto sessuale in tutte le sue varianti) e non BDSM, però ho cominciato a pensare che una dimostrazione così chiara, palese (se non è chiara dopo la lettura della cosiddetta trilogia bisogna essere un po' duri di comprendonio...) del "famolostranismo" è di grandissima utilità "pedagogica".
Da oggi a chi ha un po' di vocazione al BDSM ma non ha le idee chiare prescriverò la lettura dei volumi "Cinquanta...", come "medicina", per fargli capire cos'è il famigerato "famolostranismo".
Per il resto, Christian mi ha fatto un po' pena (dalle "quindici sottomesse" ad Anastasia... roba da suicidio) e un po' rabbia (facendo il "coniglio da monta" invece del Dominatore dove credeva di arrivare se non ad una vita piatta e banale?), mentre Anastasia mi ha fatto veramente solo rabbia, una stupidina, furbastra, saccente, che non si rende conto di aver preso un uomo "border line" e averlo portato dalla parte sbagliata.
Nella realtà queste faccende vanno a finire (i casi sono innumerevoli) che lui dopo due o tre anni comincia a essere richiamato irresistibilmente dal BDSM e si fa una doppia vita con "amante sottomessa" all'insaputa della moglie, salvo nascondersi nel cesso per telefonare e "dare ordini" alla sottomessa (come stigmatizzava con giusta ferocia una di loro che un tempo conoscevo).
Ma ciò che è veramente insopportabile è l'ipocrita perbenismo del romanzo.
Innanzi tutto "Cinquanta sfumature di Rosso" rafforza il tremendo messaggio di ostilità verso il vero BDSM che avevo rilevato commentando "Cinquanta sfumature di Nero", senza neanche la misera toppa della frasetta del Dottor Flynn contenuta nel volume precedente.
Il messaggio è evidentissimo, il BDSM è "cattivo e malato", invece i "giochetti famolostranisti" sono "buoni" e Anastasia "salva" Christian dal "male" che ha in sè. Mi permetterete di dire che tutto questo mi dà la nausea.
Come "contorno" sull'ipocrisia perbenista delle "Cinquanta sfumature..." aggiungo che in un mondo dove i matrimoni si sciolgono come neve al sole e la fedeltà è una vera utopia, ci propina il sogno diseducativo di un impossibile rapporto totalizzante in cui si sintetizzerebbero amore, figli, "sesso estremo" (così ha la faccia tosta l'autrice di chiamare le sue descrizioni "famolostraniste"), fedeltà assoluta con tanto di gelosie assurde per ex e sguardi. Visto che nella realtà gelosie e sogni di fedeltà assoluta generano morti ammazzati, ex infastidite o peggio per anni, botte del partner forte al partner debole (che sono cosa INCOMPATIBILE con il BDSM, anche se molti non lo capiscono!) e come minimo frustrazioni e infelicità di chi si rode, forse sarebbe bene che questo diseducativo ciarpame venisse messo al bando dalla società moderna, invece di essere esaltato letterariamente.
Devo però dire che il successo dei tre libri di cui sto parlando non mi meraviglia.
Viviamo nella società della massificazione consumistica, in cui cioè qualsiasi cosa deve essere trasformata (involgarita?) per poter diventare "prodotto vendibile" al maggior numero possibile di "consumatori".
Il BDSM di élite di "Histoire d'O", dove élite non è come erroneamente pensano molti basata sul denaro (quello fa parte "dell'involucro narrativo", ma per questo rinvio al mio articolo al riguardo), quanto ristrettezza del numero di chi può fare certe cose perché per arrivare a livelli elevati occorre una vera vocazione ed un "percorso" appropriato, non è compatibile con una società in cui tutto deve essere massificato.
All'opposto, il presunto "sesso estremo" (sic!) delle "Cinquanta sfumature..." è in perfetta sintonia con le linee sociali a cui sto facendo riferimento, è un'attività che può fare chiunque ne abbia voglia, senza bisogno di vocazione e "percorsi". Ed infatti mi risulta che nei paesi anglosassoni il successo dei libri abbia portato anche una esplosione di vendite nei "sex shop".
Evidentemente molte coppie assolutamente "vanilla" ma fortemente annoiate cercano di applicare i "consigli" letti, penso ricorrendo a morbidi e inoffensivi flogger di striscioline di cuoio morbido, a bracciali e cavigliere di cuoio ed a "giocattoli sessuali" anali e vaginali, di cui hanno letto.
Per inciso, speriamo che nessuno di questi sprovveduti sia poi tentato di "esplorare" cose sconosciute improvvisando, con il risultato che qualcuno si faccia davvero male (e questo oltre a essere orribile in sè, scatenerebbe qualche ipocrita campagna di opinione contro il "BDSM", che invece non avrebbe nulla a che fare con tutto questo).
Piuttosto, sono veramente meravigliato dai commenti fortemente negativi sulle "Cinquanta sfumature..." che colgo nell'ambiente BDSM italiano. Ciò, per motivi a cui ho già accennato.
Volendo tirare qualche conclusione alla fine del mio discorso, penso che scrivere un efficace romanzo in cui si parla di BDSM si sia rivelato ancora una volta impresa così ardua da sembrare quasi impossibile, stretta com'è fra la ripetitività ossessiva e pornografica di uomini che esplicitano le loro fantasie (di solito sempre uguali) e autrici di sesso femminile che come nel caso delle "Cinquanta sfumature..." non riescono a resistere alla deviazione nel romanzetto rosa con immancabile lieto fine (nelle "Cinquanta sfumature..." proprio il "vissero a lungo felici e contenti, con tanti figli, in una bella casa, circondati dagli amici e dalle persone care..." roba da "Bella addormentata nel bosco" o "Cenerentola" o "Biancaneve" tradizionale...)  e con pregiudizi moralistici seminati a iosa.
Per questo la tanto bistrattata "Histoire d'O" continua a piacermi, nonostante non sia certo un romanzo scevro di difetti rilevanti, almeno sfugge a quelli più gravi, ma questo è tema di un altro articolo.

giovedì 19 luglio 2012

Simona Liubicich un'autrice da scoprire

by Andreina

Il Pinkafé è felice di ospitare Simona Liubicich, autrice esordiente per Harlequin Mondadori, che ho avuto il piacere di conoscere a Firenze, all'evento La Vie en Rose, organizzato dal Juneross Blog. Ho chiesto a Simona di raccontarsi un po', perchè chi meglio di lei può farlo?
Ecco cosa ci ha  confidato...

Ciao carissima Andreina, sono veramente felice di rincontrarti, dopo la Vie en Rose di Firenze, in questa bella e importante occasione. L’uscita ufficiale del mio romanzo per una casa editrice importante come Harlequin Mondadori, segna per me un momento bellissimo. Ho lavorato tanto per arrivare a questo, mi sono applicata e testarda come sono ho scelto una via e l’ho seguita dritta senza fermarmi, dicendomi “ce la posso fare”, così…eccomi qui!
Chi sono? Una persona estremamente normale che vive sulle alture delle terrazze liguri in una casa immersa nel verde degli olivi e della natura. Sono felicemente sposata da undici anni con un uomo meraviglioso, Francesco, che mi ha sempre sostenuta nelle mie iniziative spronandomi a dare il meglio di me e consigliandomi nelle scelte di lavoro. Ho una figlia di dieci anni che studia danza classica, Gaia e due cani, un labrador nero di nome Isotta e Ade, un cucciolone di pastore tedesco. La campagna ligure spesso ispira i miei racconti tanto che “Seduzione e vendetta” inizia proprio nella Superba, a Genova; amo il freddo glaciale, sto malissimo d’estate, il calore mi toglie forza e aspetto sempre l’arrivo dell’autunno dove finalmente riprendo a respirare. Adoro viaggiare, mia madre dice che ho uno spirito tzigano, sempre pronta a nuove esperienze ed è vero; pur adorando i miei luoghi natii non sento un legame profondo e potrei trasferirmi senza problemi in un altro posto, meglio se freddo tipo Stoccolma che resta il mio sogno di città. Ho pochi amici ma veri, quelli che puoi chiamare nel pieno della notte ed essere sicura che arriveranno in un battibaleno se ho bisogno; ho avuto cocenti delusioni con le amicizie, incontrando persone false e opportuniste che del termine amicizia non conoscevano neppure il significato, cattive e invidiose ma quelle sincere sono rimaste e me le tengo strette. Non sopporto la volgarità e in particolar modo le persone volgari, i turpiloqui gratuiti e le bestemmie. Sono credente e penso che Dio accompagni ogni giorno della mia vita. Mi interesso poco di politica ma non faccio segreto delle mie preferenze. Le mie origini, dato il mio cognome, sono serbo-croate anche se quando i miei genitori sono nati, Fiume, l’odierna Rijeka faceva parte dell’Italia, quindi ci sentiamo italiani a tutti gli effetti, specialmente dopo che essi sono stati costretti a lasciare la loro terra perché contrari alle ideologie politiche del regime di Tito. Ho voluto tenere il mio nome e non usare uno pseudonimo per la scrittura perché mi fa piacere si sappia che sono io a tutti gli effetti, questa è una piccola punta di autostima personale!
La passione per la scrittura è sempre stata dentro di me; sin da bambina ho sempre messo su carta i miei pensieri e prediletto le materie letterarie. Un giorno mi sono detta “perché non ci provi davvero?” e così è nato il mio primo lavoro “Sfumature del deserto”, una storia d’amore contemporanea ambientata in Iraq durante la guerra del Golfo. Un romanzo a cui sono rimasta estremamente affezionata anche se, a distanza di anni, ora che lo rileggo, gli trovo una valanga di difetti e refusi. La scrittura cresce, l’esperienza aumenta e ”Sfumature del deserto” era davvero il lavoro di un’inesperta che ha dovuto applicarsi e rivedere molto del suo modo di scrivere, mettersi in discussione e auto criticarsi. Perché questo è il segreto: lavorare sodo e non bearsi mai del proprio lavoro ma ascoltare coloro che hanno più esperienza di te e con umiltà estrema, essere disposti a voler imparare, perché di imparare non si finisce mai. Mi piacerebbe un giorno riproporre “Sfumature del deserto” perché è una storia che è piaciuta e chissà che prima o poi non lo faccia davvero…
Scrivo per Romance Magazine, Delos Books, Confessioni Donna GVE e sto lavorando a un racconto lungo che proporrò a Emma Books, ma dato il genere molto particolare, poco trattato ancora in Italia, non so se andrà…vedremo…
Che cosa amo della vita? Ma che domande…la cucina di tutto il mondo! Adoro sperimentare ricette diverse e sono una patita dei dolci, cassata siciliana e tiramisù sono peggio di una droga per me, seguiti dalla pizza margherita. Scrivo erotico perché l’erotismo mi piace, trovo che il sesso sia il sale della vita e il collante che tiene unita una coppia nonché un passatempo estremamente bollente e appagante…
Che dirti ancora di me? In questo momento sto battagliando con un mostro che ha deciso di colpirmi subdolamente circa due mesi fa, un cancro al seno ma i medici dello IEO di Milano hanno detto che guarirò, sono stata operata e ora affronto le terapie con il sorriso sulle labbra e la voglia di guardare avanti, conscia che la chemio prima o poi finirà e tornerò a una vita normale.


Intervista

Simona ci ha concesso anche una breve intervista, per permetterci di sapere qualcosa anche sul suo primo lavoro, un romanzo erotico ad ambientazione storica, che uscirà il 20 Luglio.

Iniziamo col chiederti su quali basi hai deciso la trama  del  romanzo? Per l’ambientazione hai scelto la Liguria, ma  nello specifico Genova, perché? C’è qualche luogo descritto nel libro che ti ha ispirato particolarmente?

Ciao Andreina e ciao a tutte le ragazze del Pinkafé! Innanzitutto voglio ringraziarvi per essere vostra ospite; è una grande emozione in questi giorni rispondere alle domande dei blog, essere con voi e parlare di un mio sogno che si sta davvero avverando e mi fa battere forte il cuore.
Perché Genova? Perché è la Superba, perché mi sono sempre ripromessa che se mai avessi scritto uno storico sarebbe partito dalla città dove ho passato moltissimo del mio tempo, osservando quella Lanterna che svetta dal promontorio di San Benigno, ripensando a Garibaldi che partì con i Mille proprio da Quarto, all’invasione napoleonica dei primi 800, proprio da dove parte “Seduzione e vendetta”. Il luogo da me preferito è sicuramente quella terrazza del palazzo di Costanza da dove lei può ammirare l’entrata del porto della sua città, osservare rapita i velieri con i loro vessilli, il blu del mare increspato dallo scirocco e i profumi di pitosforo e salmastro provenienti dalla sua terra.


Vuoi raccontarci come è nato Seduzione e Vendetta

Circa due anni fa partecipai per la prima volta a un congresso a Roma, il Romantic Rome, dove conobbi le grandi scrittrici dell’editoria rosa italiana: Mariangela Camocardi, Roberta Ciuffi, Teresa Melville, Ornella Albanese e altre che mi colpirono oltre che per la loro bravura, per l’umiltà e la semplicità che dimostravano alle partecipanti. Fu lì che iniziai a pensare ad uno storico, a una trama che si snodava in un periodo di tanto tempo fa. Appena tornata a casa, gettai le basi della sinossi e iniziai a lavorarci… Il resto è storia!


Il libro è autoconclusivo? Ci sarà un sequel?

Sì, ci sarà un sequel al quale sto già lavorando e che coinvolge un co-protagonista che mi sta molto a cuore e al quale volevo dare una storia, un amore contrastato e passionale.


Da quanto tempo i personaggi di Seduzione e Vendetta reclamavano la tua attenzione? Molte scrittrici dicono che i personaggi parlano loro e premono per venire fuori dalla loro testa…è successo anche a te?

Eccome cara! Di solito si dice che è bene fare una scaletta riguardante il “percorso” del romanzo, una traccia che tenga conto del suo andamento; ebbene, io la faccio ma questi miei personaggi mi prendono la mano, mi fanno fare cose che non avevo programmato, è come se li avessi vicino a me con i loro pensieri e opinioni. Insomma, ogni tanto sembro matta perché gli parlo, ascolto le loro emozioni e le mie mentre scrivo. Una sensazione strana ma molto coinvolgente…


Quanto c’è di Simona in Costanza Balbi, la protagonista? Confessa…

C’è sicuramente qualcosa di me in lei; la determinazione, l’ostinatezza di raggiungere il proprio scopo, la testardaggine e la passione per l’amore e si, il sesso.


Ora mi dirai che per Simone Aldobrandini  ti sei ispirata a tuo marito? 

Fisicamente no; mi dicono che mio marito assomigli molto all’attore Kevin Bacon e Simone non incarna queste fattezze fisiche perché mi sono ispirata a un attore svedese che adoro. Il carattere forte però lo vedo ogni giorno in mio marito, questo non potrei negarlo.


Sfumature del deserto è il tuo primo lavoro inedito, perché non realizzi il tuo sogno e lo proponi per la pubblicazione?  i sogni non sono solo desideri, si avverano sai?  Tu ne sei la prova.

Andreina, “Sfumature del deserto” è un romanzo assolutamente edito. E ‘stato pubblicato due anni fa da una piccola casa editrice ligure ed è piaciuto nonostante la mia scrittura sia molto cambiata, migliorata. Credo se ne trovino ancora alcune copie sul web, su IBS. Ciò che vorrei realizzare un giorno è rivederlo, correggerlo e riproporlo a qualcuno di più importante perché la storia è bella, secondo me ne varrebbe la pena.


Personalmente sono  curiosa e mi interessava  l’origine del tuo cognome! Trovo che sia fantastico che tu non abbia scelto uno pseudonimo, perché hai ragione tu, anche l’autostima ha fame ogni tanto no? Come ti  senti sapere che qualcuno da qualche parte sta leggendo il tuo libro?

Il mio cognome è di origine croata anche se nel 1942, quando nacquero i miei genitori, Fiume (L’odierna Rijeka) era italiana. Beh, come dicevo prima l’emozione è forte e non nego di esserne anche un po’ intimorita. Piacerà, non piacerà? Ma lo pseudonimo no, volevo che si sapesse fossi io davvero colei che scriveva, e pure erotico. So che molti si scandalizzeranno e l’idea mi fa ridere, mi diverte parecchio.


Vuoi dire qualcos'altro alle lettrici?

Innanzitutto ci tengo molto a ringraziare le mie editor, Alessandra Bazardi che ha creduto in me ed Emanuela Velludo, editor della sezione Passion, che mi ha dato la grande e meravigliosa opportunità di veder realizzato il mio sogno, seguendomi durante l’editing e lavorando al mio fianco sino alla stampa del manoscritto. Ragazze mie, spero che questo romanzo vi piacerà, è la mia prima opera importante e so di aver molta strada ancora da percorrere e cose da imparare. Ma una cosa di me è certa; io non salirò su un piedistallo, terrò ben piantati i piedi per terra come ho sempre fatto e guarderò avanti, non mi fermo ed anche se ultimamente ho avuto grandi problemi di salute, proseguo il suo cammino perché ho in serbo delle sorprese: il sequel di “Seduzione e vendetta” e un erotico paranormal che sta prendendo lentamente forma, poco per volta. Abbraccio tutte e ringrazio Andreina Doccu e tutto lo staff di Pinkafè per la fiducia accordatami.

Ora sei un’autrice a tutti gli effetti e noi  ti auguriamo di tutto cuore che tu possa avere dalla vita tutto ciò che desideri ma soprattutto che vinca le tue battaglie.
Noi dello staff del Pinkafè, ringraziamo ancora Simona per la sua gentilezza e disponibilità e insieme alle lettrici aspettiamo l’uscita di Seduzione e Vendetta


Seduzione e Vendetta

Scappata dallo spregevole barone di Torrebruna che vuole sposarla per porre le mani sull'ingente patrimonio della sua famiglia, la marchesa Costanza Balbi fugge da casa per rifugiarsi presso la zia materna, a Roma. Lungo la strada fa la conoscenza con l'enigmatico colonnello Simone Aldobrandini Colonna, arrogante conte romano dal fascino tenebroso, e per la prima volta Costanza avverte i brividi di un'eccitazione fino ad allora sconosciuta. Le schermaglie sensuali tra i due si susseguono fino a quando Simone le propone di diventare sua moglie. Ma può un libertino come lui, che rifugge ogni legame stabile ed è abituato a soddisfare le più vogliose ed esperte cortigiane, accontentarsi di un fiore delicato come Costanza? Forse la giovane marchesa non è fragile come appare, tanto da riuscire a tenere l'ardente fidanzato sulla corda, avvinto da pensieri lussuriosi, incapace di bramare altro. Tra segreti e intrighi di una Roma napoleonica di inizio 800, un amore sta sbocciando inaspettato, e nemmeno un pericolo mortale sarà capace di estinguerne la fiamma.







 
Ecco a noi il meraviglioso booktrailer di Vendetta e seduzione! Buona lettura e buona visione!


lunedì 16 luglio 2012

Il ritorno di Michele Hauf

by Andreina

Michele Hauf è una vecchia conoscenza delle lettrici italiane. Ha scritto numerosi libri di vario genere, dal romanzo d'amore  al  fantasy, al  paranormale;  chi ricorda il libro  fantasy  Seraphin della collana Fantaluna edito da Harlequin qualche anno fa? Praticamente tutte noi, quindi siamo felicissime di poter leggere ancora i suoi libri, specialmente  una serie paranormale, genere che  non smette di affascinarci.
Ma quanto ci intriga l'amore tra una principessa dei licantropi e un vampiro? ;-)
In occasione dell'uscita del libro Un morso per sempre della  serie WICKED GAMES, edito da Harlequin Mondadori  nella collana Bluenocturne, le abbiamo rivolto qualche domanda, per conoscere meglio il romanzo e i suoi protagonisti.


Sito ufficiale dell'autrice QUI
Blog  personale QUI
Pagina Facebook e twitter


Un morso è per sempre
(Her Vampire Husband)

Con le nozze tra Blu Masterson, principessa dei licantropi, e Creed Saint-Pierre, capo di una delle più antiche tribù dei vampiri, il Consiglio delle Nazioni della Luce e delle Tenebre intende porre fine alla guerra che dilania da sempre le due specie. Nessuno dei due sposi, tuttavia, è entusiasta di quell'unione, e benché suo marito sia attraente e molto, molto sexy, Blu è decisa a non permettergli di consumare il matrimonio marchiandola con il suo morso. Anche se Creed risveglia in lei i desideri più sfrenati. Ma quando scopre che i licantropi tramano per distruggere tutti i vampiri, compreso il suo, è costretta ad ammettere che a poco a poco l'attrazione tra loro si è trasformata in qualcosa di più profondo. E allora deve scegliere: sarà ancora una volta una pedina nelle mani del branco, o accetterà il morso del succhiasangue che ha imparato ad amare?


La serie WICKED GAMES di cui Un morso è per sempre è il terzo libro, è composta al momento da:

1 - The Highwayman
2 - Moon Kissed - protagonisti Belladonna Reynolds e il licantropo Severo
2.1 - After The Kiss - protagonisti Belladonna Reynolds e il licantropo Severo
2.2 - The Vampire's Tango -  protagonista è Alexandre Renard, personaggio secondario che appare anche nel terzo libro.
3 - UN MORSO E' PER SEMPRE (Her Vampire Husband)
3.5 - Cruel Enchantment
3.75 - Moonspun


Intervista


Cara Michele, benvenuta  a Pinkafé  e grazie per aver accettato la nostra ospitalità.

A luglio, il tuo libro “Her Vampire Husband” sarà edito da Harlequin Mondadori  per i Bluenocturne con il titolo  “Un morso è per sempre”.  Parlando di questo terzo capitolo della serie WICKED GAMES, Mary Janice Davidson lo ha definito “un paranormale alla Romeo and Juliet, così sexy da lasciare senza fiato!”.  È senza dubbio un commento molto, molto interessante. Lo condividi? Vuoi parlarci della tua “Juliet”, cioè di Blu Masterson, principessa dei licantropi?

Mi chiedi se sono d'accordo col dire che è una lettura sexy? Sì! E Blu, in particolare, è una femmina molto consapevole di sé e della propria sensualità. Prova gioia nell'assecondarla e si diverte a indossare tacchi alti e abiti che la fanno sentire sexy. Ha anche una gamma di parrucche colorate, ognuna di un colore dell'arcobaleno (le indossa per ragioni che vengono rivelate nella storia), ma anche qui, lo fa perché la diverte e la fa sentire bene. Quando ho bisogno di tirarmi un po' su di morale, penso a lei. E mi chiedo: Cosa farebbe Blu? Lei riderebbe alla vita e si divertirebbe.


Come mai hai deciso di dare un vampiro come compagno a Blu? Sbaglio, o le due specie sono da secoli nemici mortali?

Nel mio mondo vampiri e licantropi non sono mai andati d'accordo. Per secoli i vampiri hanno dato la caccia ai lincantropi per sport. Da parte loro, i licantropi si divertono a catturare i vampiri, metterli in gabbia e obbligarli a lottare l'uno contro l'altro, fino alla morte. Quindi, sì, esiste una certa tensione tra le due razze. L'idea per questa storia è nata proprio da questo. Amo il tema del matrimonio di convenienza, e naturalmente, quale miglior conflitto per una storia di quello che c'è tra due persone che dovrebbero odiarsi?


A chi ti sei ispirata per il personaggio di Creed Saint-Pierre?

Creed ha quasi mille anni. Mi piace l'idea di un uomo che ha così tanti secoli di storia nella sua mente. Lui ha sperimentato TUTTO e ha guardato il mondo cambiare mentre viveva di era in era. Quindi, dopo tutto, dovrebbe essere calmo e rilassato, e saggio. Nulla può sorprenderlo. Tranne, ovviamente, il fatto che io scaraventi nella sua vita una licantropa con i capelli color porpora. Mentre scrivo le mie storie, di solito cerco delle foto che mi ispirino per le sembianze del mio eroe e della mia eroina. Creed, per me, assomiglia all'attore francese Jean-Hugues Anglade. E naturalmente Blu è Angelina Jolie!


Il libro è un contemporaneo ambientato a  Minneapolis, la tua città. I luoghi che hai descritto, in questo e negli altri volumi della serie, esistono davvero? Come ti comporti quando ti trovi a parlare di un luogo che non hai mai visitato?

Non credo di aver descritto luoghi nuovi in questo libro, anche se, di sicuro, le case dei protagonisti sono di mia immaginazione. Se non sono mai stata in qualche posto (e sono tanti) faccio delle ricerche online e leggo le guide turistiche. Ad esempio non sono mai stata a St Paul Landmark Center, che è menzionato in Un Morso è per sempre, ma il bello è che mi basta collegarmi a internet per vedere le immagini delle stanze e avere una buona descrizione dell'edificio.


Scrivi libri di genere e ambientazione differenti, nei quali convivono creature di ogni specie.  “Wicked Games” ci ha affascinato con demoni, licantropi e vampiri. Puoi farci conoscere i tuoi progetti futuri per questa serie?

Gli editori tendono a raggruppare le storie che scrivo e che appartengono a un medesimo tema in serie. Complessivamente, quasi tutti i miei romance paranormali sono ambientati nel mondo delle Belle Creature. Esse esistono tutte nello stesso mondo. Wicked Games semplicemente è focalizzato su alcune storie ambientate a Minneapolis. Quindi non lasciatevi distrarre dai titoli delle serie, ma guardate l'intera lista dei miei libri, e sappiate che essi appartengono tutti allo stesso mondo. Per esempio, Severo, un licantropo che compare in Un morso è per sempre, e la cui storia è intitolata Moon Kissed, appare anche in diverse altre storie che non appartengono alla medesima serie. Ho creato un sito internet dove le lettrici possono cercare il nome di un personaggio e scoprire se appare anche in altri miei libri. Potete anche fare ricerche per "tipo di creatura". Quindi, per esempio, se avete voglia di leggere una storia di licantropi, potete trovare notizie su tutti i licantropi che appaiono nei miei libri. C'è anche un dizionario di termini inerenti al mio mondo, e pagine dedicate degli eroi e delle eroine che potete trovare nel Club Scarlet a questo link  http://clubscarlet.michelehauf.com


Ringraziamo ancora Michele per la sua gentile disponibilità.



giovedì 12 luglio 2012

Partoanalgesia - Seconda parte

di Dottoressa Elena

Care Lettrici,

continuiamo oggi a parlare di “partoanalgesia” definendone meglio le indicazioni e le controindicazioni.
Fermo il fatto che attualmente l’analgesia loco-regionale perimidollare (con le sue varie tecniche) è considerato il metodo più efficace per contrastare il dolore del travaglio e del parto esistono delle precise “indicazioni”.
Quelle più comuni legate al bambino sono: la presentazione occipito-posteriore, un ritardo di crescita intrauterina, feto piccolo per età gestazionale, gravidanza gemellare. Indicazioni relative alla madre ed alle dinamiche del parto sono: la richiesta materna, ipertensione indotta dalla gravidanza, malattie cardiache o respiratorie della madre, pregresso cesareo, pregressi interventi addominali, possibile distacco di retina.

Dal punto di vista clinico quando il travaglio risulta ben avviato l’analgesia epidurale, se ben condotta nei tempi e nell’avvicendarsi dei farmaci iniettati nel cateterino, non ne altera le dinamiche, anzi, può ridurne la durata. Si è visto, inoltre, che riducendo la durata del travaglio la partoanalgesia è in grado di favorire il benessere fetale perché migliora l’ossigenazione del sangue materno e riduce lo stress legato alla permanenza nel canale del parto. Del resto è proprio una delle prerogative della partoanalgesia quello di eliminare il dolore senza ostacolare il naturale procedere del travaglio. E’ importante, dunque, iniziare l’analgesia epidurale a travaglio ben avviato con contrazioni dolorose ed efficaci per intensità e frequenza.
Le” controindicazioni” sono “assolute”  e cioè rifiuto della paziente, alterazioni della coagulazione, infezione nel punto di introduzione dell’ago, grave stato di ipotensione, terapia in corso con Eparina ad alte dosi e “relative” ad esempio infezioni sistemiche, terapia in corso con Aspirina, pregressi interventi alla colonna vertebrale.

Riguardo alla differenza tra tecnica della puntura spinale o sub aracnoidea e puntura epidurale la prima diversità è proprio anatomica: il midollo spinale è rivestito da tre meningi che, partendo dall’esterno  verso l’interno sono Dura Madre, Aracnoide, Pia Madre. La puntura spinale (o sub-aracnoidea) mira a raggiungere, con un ago dal piccolo diametro, lo spazio tra aracnoide e pia madre (spazio sbaracnoideo) dove, immerse nel “liquor”, si trovano le radici dei nervi che escono dal midollo spinale. L’anestesico locale iniettato bagna le fibre nervose e le blocca (prima quelle di diametro più piccolo e sensitive e poi le più grandi e motorie per questo la paziente avverte prima formicolii e calore e poi ipo- o immobilità dei gruppi muscolari).
La puntura epidurale mira a raggiungere lo spazio epidurale quello cioè sopra la dura madre dove non è contenuto liquor. Essa viene eseguita con un ago più grosso perché deve consentire il passaggio di un cateterino da lasciare in sede per la parto analgesia.

A favore della tecnica “spinale” c’è da dire che è più semplice, di più rapida esecuzione, l’ insorgenza degli effetti è quasi immediata e per la piccola quantità di anestetico richiesto evita rischi di tossicità da anestetico. Provoca abbastanza frequentemente cali pressori  e più raramente” cefalea da puntura della dura madre”.
A favore della tecnica “epidurale continua” (cioè mantenendo un cateterino in sede) dobbiamo dire che si verificano meno frequentemente cali pressori, il blocco delle capacità motorie è  assente o meno intenso, l’insorgenza degli effetti è più graduale,esiste la  possibilità di utilizzare il cateterino per convertire l’analgesia in anestesia vera e propria (ad es. se si ravvisa la necessità di taglio cesareo) e per l’analgesia post-operatoria.

Devo infine ricordare che nella conduzione di una parto analgesia possiamo avvalerci anche di una tecnica che combina la puntura spinale ed epidurale (“Tecnica combinata epidurale-subaracnoidea”). Con la tecnica di ago attraverso un altro ago una volta iniettato l’anestetico locale nello spazio sub aracnoideo, l’ago da  spinale viene ritirato e viene inserito un cateterino epidurale. Si concilia, in questo caso, la rapida comparsa dell’analgesia con l’iniezione spinale e l’assenza di blocco motorio con l’epidurale.

lunedì 9 luglio 2012

Il lago di Tovel

di Rosengarten


La zona che vi propongo di visitare in questo articolo, è talmente particolare che qualsiasi amante della natura non può permettersi di trascurarla.
Questa volta uscirete dai percorsi classici e conosciuti, sui quali si snodano collaudati sentieri e rifugi, che molte volte non hanno nulla da invidiare a lussuosi alberghi. Visiterete invece la parte meno conosciuta delle Dolomiti Occidentali, entrando nel cuore del Parco Naturale del Brenta, in una zona dal grande valore naturalistico, ad accesso controllato e proibito ai veicoli a motore.
Il nome “Dolomiti Occidentali” si riferisce ai monti di roccia dolomia, che si trovano ad ovest del fiume Adige che, scendendo  da Passo Resia, bagna in sequenza prima Bolzano e poi Trento. In pratica, le Dolomiti Occidentali comprendono solamente il massiccio del Brenta, che i più conoscono grazie alla famosa cittadina turistica di Madonna di Campiglio, frequentatissima sia d’inverno che d’estate. Una rete di sentieri e di impianti permette, infatti, di esplorare il versante delle Dolomiti del Brenta che si affaccia sulla Val Rendena e Val di Campiglio.
Pochi sono gli escursionisti che si avventurano sull’altro versante, proprio per la mancanza di attrattive turistiche di massa; ebbene è proprio qui, nel cuore del Parco Naturale, che si trova il Lago di Tovel, meta delle nostre escursioni.
Qualcuno di voi, fra i non giovanissimi, ricorderà di aver letto nei libri di scuola, che nelle bellissime montagne d’Italia esisteva un laghetto alpino le cui acque, d’estate, si coloravano intensamente di rosso: il lago esiste veramente, è alla vostra portata ed è arrivato il momento di visitarlo.
Per godervi al meglio la zona di Tovel, vi suggeriamo di soggiornare proprio in prossimità del lago, in modo che possiate facilmente addentrarvi anche all’interno del parco e scoprirne i luohi più belli. Se invece sceglierete una gita giornaliera, dovrete lasciare la vostra automobile all’inizio della valle che conduce a Tovel, nei pressi di Tuenno (Val di Non), ed utilizzare un servizio navetta.
Il Lago di Tovel, come la maggior parte dei laghetti alpini, assume colorazioni fantastiche (non più quella rossa, purtroppo) e può essere ammirato in tutto il suo perimetro percorrendo un facile sentiero che, in alcuni punti, si addentra in un bosco di conifere, costeggiando dirupi dai quali scendono incantevoli cascatelle.

Non dimenticate dunque la macchina fotografica e quando siete nel bosco guardatevi bene intorno; se siete fortunati, potrete imbattervi in un Giglio martagone, dall’intenso colore rosso-viola o nella Scarpetta di venere, che è una fra le più belle orchidee montane.
Sulle rive del lago si trova la “Casa del Parco” che, grazie all’aiuto del Museo Tridentino di Scienze Naturali, informa il turista sulle principali caratteriste della zona.
Un secondo itinerario, segue il sentiero che, percorrendo la Val di S.Maria Flavona, dai 1.177 metri  di Tovel vi porterà in alto sui pascoli della Malga Flavona (m.1860).
Questa famosa malga costituisce un importante punto di appoggio per gli escursionisti, essendo un bivacco sempre aperto; inoltre d’estate la troverete sicuramente abitata ed in attività. Se vorrete, il malgaro potrà vendervi qualche prodotto caseario, ottenuto dal latte delle mucche che pascolano nei dintorni della malga; fatevi tentare, poiché tale possibilità non si presenterà più tanto facilmente.
Fermatevi un po’ a parlare con la gente del posto, e sicuramente verrà fuori qualche storia d’altri tempi, sull’orso di Tovel e sulle sue scorribande notturne. Tutto vero, ma non abbiate paura, l’orso di Tovel è un animale che si muove di notte.
Anche se l’orso bruno è l’animale che maggiormente caratterizza il Parco, la fauna della zona è ricchissima e comprende animali come il camoscio, il capriolo, il gallo cedrone.
Ammirate l’anfiteatro roccioso che sovrasta i pascoli della Flavona, costituito da cime che si avvicinano a 3.000 metri, alcune delle quali hanno nomi che rievocheranno nella vostra mente i racconti di Buzzati (Cima Val di Scura e Cima Val d’Inferno, per citarne solo un paio).
Lasciatevi sorprendere dal silenzio dei luoghi, rotto solamente dal campanaccio delle mucche e dal fischio delle marmotte.
Il sentiero che da Tovel porta alla malga Flavona, prosegue oltre, verso l’alto, e giunto a  Passo del Grostè (m. 2442), arriva al Rifugio A.Stoppani, punto di arrivo della funivia che parte da Campo Carlomagno, vicino Madonna di Campiglio. Dal Lago di Tovel sono circa 3 ore, mentre per la discesa impiegherete sicuramente la metà del tempo.
La sera vi rilasserete nella magica quiete del lago ed un po’ vi dispiacerà se, all’indomani, dovrete rituffarvi nella “cosiddetta” civiltà.



Disclaimer: gli itinerari descritti sono frutto di esperienze personali  e possono aver subito variazioni anche radicali nel tempo. La difficoltà degli itinerari è basata su valutazioni personali e quindi non può essere ritenuta universalmente valida; la frequentazione della montagna, i percorsi segnalati e ogni altra indicazione presente in questi post presuppongono la necessaria preparazione, esperienza e buona forma fisica. L'autore pertanto non può in alcun modo essere ritenuto responsabile in caso di incidenti o problemi di qualsivoglia tipo.

venerdì 6 luglio 2012

Recensione : Oltre il buio di Alberto Petrosino

by Andreina


Editore: Casini Editore
Genere: Thriller psicologico
Collana: Little Dreamers
Anno: 2012

Oltre il buio è il primo romanzo di uno scrittore italiano che con il suo stile
semplice e fresco,ha creato una storia originale e confusionaria dal sapore onirico, un libro  fantasioso e visionario.
Immaginate di svegliarvi completamente al buio, senza memoria e coscenza di voi stessi, immobili, senza nessuna percezione di quello che succede intorno a voi, con la sola compagnia di altre tre persone che a loro volta nulla ricordano? Se vi trovateste nella stessa sitiazione, cosa fareste?  Personalmente impazzirei!
I nostri protagonisti, caratterialmente diversi fra loro, sebbene cerchino di farsi forza l'uno con l'altro, pian piano mostrano le reciproche debolezze. Eva con la sua fragilità, trova un appoggio nel contatto fisico con Seth, Leo sembra il più tranquillo, mentre la giovane Moane è rissosa e sarcastica.  

Nell'attesa di potersi liberare del nulla in cui sono immersi e capire finalmente cosa è successo ,ognuno di loro per confortarsi  a vicenda comincia a raccontare una storia; ma ciò che raccontano è veramente una storia inventata,o incosapelvomente  le storie sono un'unica  verità che li accomuna ? cosa si cela dietro questi personaggi apparentemente prigionieri del buio senza nessun perchè? Cosa sta succedendo? Perchè si trovano in quella situazione? 
Trovo veramente irritante in un libro, rileggere  la stessa frase, perchè la prima volta non ne ho afferrato bene il senso; invece ho trovato in Oltre il buio, una scrittura  semplice e scorrevole e questo è decisamente un'ottima cosa,specialmete essendo un'opera prima.
L'unica pecca sono i dialoghi, pochi e che non lasciano intravedere nessuno sviluppo se non alla fine del libro, dove una verità  mai immaginata svela l'arcano.
Di tutte le quattro storie racconatate dai protagonisti mi è piacuita tanto quaella di Seth, per la capacità delle situazioni descritte, mentre quella raccontata da Leo, ha un finale che non avrei mai immaginato.

Considero però questo romanzo decisamente adatto a una categoria di lettori più matura, perchè alcue scene descritte, devo confessare, mi hanno turbato, e a questo va il plauso all'autore che è riuscito a impressionarmi , cosa non facile, visto che di thriller ne leggo a iosa, ma alcune descrizioni macabre... 
Mi è piaciuto tanto l'incipt di questo romazo, l'ho trovato misterioso e affascinante, e 
sono contenta di aver trovato alla fine del libro una sorta di diario che Alberto Petrosino ha inserito, convolgendo i lettori e facendoli pertecipe della sua avventura editoriale e di come è arrivato alla Casini Editore , e alla fiducia che gli è stata concessa, non molti aspiranti scrittori hanno la stessa fortuna, quindi grazie Alberto per avere condiviso 
con noi passo dopo passo questa sua fantastica e meritata avventura!

mercoledì 4 luglio 2012

Cinquanta Sfumature di Nero di E.L. James: il punto di vista di un Master

di Master8888


Prima di leggere.... ( a cura di Pinkafé)

Quanti fiumi di parole sono scorsi riguardo a Cinquanta sfumature di Grigio? Articoli straripanti sarcasmo fine a se stesso, scritti spesso da chi il libro non l'ha nemmeno letto. Recensioni su vari blog per mano di lettrici scioccate dalla mancanza di spessore e dallo stile illeggibile. Anche coloro che ancora non si sono avvicinati ai due romanzi della trilogia, si saranno resi conto che nel bene e nel male questa storia spacca gli animi. Pinkafé voleva recensire per voi il secondo libro- Cinquanta Sfumature di Nero- ma ha preferito offrirvi un punto di vista diverso, una voce fuori dal coro di quelle che bombardano il web e la carta stampata. Master8888 ha accettato di condividere con voi le sue impressioni, siete pronte ?
Prima di cominciare, una premessa è d'obbligo: la recensione che state per leggere esprime solo ed esclusivamente le opinioni personali dell'autore, il quale ne è pienamente consapevole, nonchè del fatto che quando parla di BDSM fa discorsi generali, senza nessun riferimento a chicchessia, se non lo scrivente, il libro e i personaggi del libro recensito.


Buona lettura !


Profondamente turbata dagli oscuri segreti del giovane e inquieto imprenditore Christian Grey, Anastasia Steele ha messo fine alla loro relazione e ha deciso di iniziare un nuovo lavoro in una casa editrice. Ma l’irresistibile attrazione per Grey domina ancora ogni suo pensiero e quando lui le propone di rivedersi, lei non riesce a dire di no. Pur di non perderla, Christian è disposto a ridefinire i termini del loro accordo e a svelarle qualcosa in più di sé, rendendo così il loro rapporto ancora più profondo e coinvolgente. Quando finalmente tutto sembra andare per il meglio, i fantasmi del passato si materializzano prepotentemente e Ana si trova a dover fare i conti con due donne che hanno avuto un ruolo importante nella vita di Christian. Di nuovo, il loro rapporto è minacciato e a questo punto Ana deve affrontare la decisione più importante della sua vita. Una decisione che può prendere soltanto lei…


Ho letto il secondo volume della trilogia delle "cinquanta sfumature" e mi accingo a scrivere la mia opinione dalla particolare ottica di chi BDSM lo fa davvero da una vita. Francamente, anche se ci sono alcuni spunti discorsivi sul BDSM che meritano un approfondimento, devo dire che il libro mi ha molto deluso e questo mi addolora perché confermo che il personaggio di Christian Gray presenta alcuni tratti ben delineati, in cui mi riconosco psicologicamente, tratti che tuttavia, purtroppo, sono resi illeggibili da altri elementi confusi ed erronei. Infatti, mentre il primo volume imposta una serie di temi e storie collegate al BDSM tali da avermi fatto sperare in un loro coerente sviluppo nei volumi successivi, invece, ho dovuto constatare una involuzione della narrazione, un vero e proprio andamento in discesa, in cui il discorso sul BDSM si è involuto "incartandosi" in un groviglio quasi inestricabile, in cui il BDSM è praticamente sparito o comunque è divenuto al meglio un elemento confuso, incomprensibile e al peggio gravato da pregiudizi che lo mettono in luce negativa per la maggioranza delle lettrici e dei lettori, oppure lo fanno percepire a questi in modo deformato, distorto.

Le pagine e pagine di rapporti sessuali ripetitivi, senza nessun "guizzo" di originalità (ci si poteva mettere un "link" e scriverli una sola volta...), disperatamente "vanilla" (la traduttrice evidentemente ignora che nessuno traduce questo "vanilla" in italiano, peraltro come accade anche per "flogger"), semmai con connotazioni "famolostraniste", visto che è evidente che alcuni elementi mutuati da tecniche BDSM sono puramente "serventi" ai fini degli innumerevoli rapporti sessuali. Sembra un racconto scritto in Italia da una italiana, visto che nel nostro non poche/pochi  di quelle e quelli che "ruotano" nell'ambiente BDSM hanno la "scopata" come "imperativo categorico" (tant'è che al solo sentir pronunciare il termine "vero BDSM" reagiscono come indemoniati colpiti dall'acqua santa, tipo "bambina dell'Esorcista"), in Gran Bretagna e negli USA il BDSM è preso da chi lo pratica molto più sul serio. A parte i numeri eclatanti delle "performance" descritte (pur giustificabili tenendo conto della giovane età dei protagonisti, anche se non so se sia realistico riuscire nell'orgasmo simultaneo indefettibilmente ad ogni colpo),  l'elemento fondamentale è la noiosità, gli unici termini di paragone che trovo sono i film porno e la letteratura sadiana, infatti chi ha letto De Sade avrà notato la ripetitività e piattezza delle sue descrizioni.
Per certi versi il libro sviluppa l'idea deformata del BDSM che hanno molte donne, cioè una relazione con una sorta di "super principe azzurro", con sesso sfrenato e in cui l'amore (rigidamente monogamo) giustifica e nobilita tutto, "non lo fo per piacer mio, ma per amore". In realtà, una donna libera dovrebbe fare BDSM, dovrebbe assumere il ruolo di sottomessa, perché le dà piacere, le consente di esprimere la sua personalità e le sue esigenze. Poi, può anche accadere che scoppi l'amore, ma l'amore non può e non deve essere il motivo (vero o autoassolutorio, non importa) per superare certe "soglie".

Tornando a Christian, una persona con gusti BDSM e che ha avuto ben quindici sottomesse (a ventisette anni, definirei questa una "performance" del tutto irrealistica) si sarebbe rotto le scatole immediatamente (autobiagraficamente: anch'io a quell'età avevo prestazioni sessuali di tutto rispetto, ma anche la sola idea di un rapporto esclusivamente  "vanilla" mi annoiava terribilmente).
Anche perché il personaggio di Ana si può dire alla luce di questo secondo volume non solo non ha nulla della sottomessa (semmai è disperatamente e convintamente "famolostranista"), ma è pure priva di qualunque elemento di fascino tale da giustificare un innamoramento da parte di un master. Sia chiaro che un master è un uomo e si può benissimo innamorare (io nella mia vita ho avuto degli inamoramenti travolgenti e delle "cotte" degne di un adolescente, ma sempre in ambito BDSM, perché diversamente ci si mette in grossi guai), ma perché a torto o ragione pensa di aver incontrato una donna "giusta", se si innamora di una "famolostranista" o di una "vanilla" e si riduce a fare "famolostranismo" dubito sia realmente un master (uno poi che ha avuto quindici sottomesse...).
Tra l'altro Ana in questo secondo volume anche come semplice valutazione uomo-donna non è che brilli per fascino e non è che si dimostri una cima di intelligenza. Ma la cosa che mi ha preoccupato di più è la valutazione negativa del vero BDSM che emerge dalle pagine del libro, un messaggio chiarissimo, il "famolostranismo" (anche se non definito, viene descritto in modo accurato nei fatti) è "buono", il vero BDSM è "cattivo", l'amore di Ana salverà Christian dal "male" del vero BDSM (Christian peraltro fatto apparire disgustosamente "pentito" e sulla via della "redenzione"). Le correttissime parole messe sulla bocca del dottor Flynn, il quale dice che il BDSM praticato fra adulti consenzienti e in un quadro sano e sicuro (e io aggiungo, nel rispetto delle leggi del proprio Paese) non è una malattia, ma una accettabile scelta di vita, finisce per apparire un disorso messo lì con la funzione di una un po' ipocrita "pezza a colore".
Anche la figura della ex sottomessa innamorata di Christian e in preda a turbe psichiche è
molto irritante per me. Nella realtà della mia esperienza le donne che fanno convintamente la scelta della sottomissione BDSM sono donne forti, realizzate nella vita e molto determinate, certamente meno fragili dei master, perché paradossalmente molti veri master (cioè uomini che sanno assumere sul serio e come si deve il ruolo di master) hanno (magari sotto-sotto, ben occultate e non confessate per orgoglio) talune debolezze e fragilità ed è proprio questo il motivo per cui alcuni tratti della figura di Christian appaiono realistici. Peraltro, la necessità del controllo è una riorganizzazione e positivizzazione di caos interiori precedenti che se non risistemati farebbero danni. Il BDSM è una soluzione di problemi, non un problema.

Tornando alle sottomesse, semmai io ho avuto la ventura di sentire alcune di loro che facevano spietati "cappotti" di critiche a certi "master" evidentemente non molto bravi nel loro ruolo. Una notazione vorrei dedicarla anche all'ossessione della bellezza che emerge dalle pagine del libro (quante volte si fa riferimento alla bellezza di Christian? Non si contano). Una delle cose positive del vero BDSM è che la bellezza conta assai meno che nel "vanilla", perché ci si focalizza su altri elementi..Certo, anche l'occhio vuole la sua parte, anche nel BDSM ad esempio una partner che supera il quintale non è piacevole, ma l'estrema importanza che nel "vanilla" ha la bellezza (c'è solo quella, per il resto il solito, noiosissimo, ripetitivo, eterno, "io infilo e tu prendi") non c'è.
E con questo penso di aver detto tutto quel che avevo da dire.

lunedì 2 luglio 2012

Harlequin Mondadori presenta "Il libro è Donna"

by Andreina

Nasce HM, la nuova linea di romanzi firmata Harlequin Mondadori.
Luglio 2012. Harlequin Mondadori, editore leader nella narrativa sentimentale, entra nel mercato della libreria con una linea di romanzi che parla al femminile.
Un giro d’affari di milioni di copie. Romanzi che in America e nel mondo hanno raggiunto i vertici delle classifiche dei libri più venduti, proprio perché capaci di toccare in profondità le corde dell’emozione, ora arrivano in Italia, pubblicati dalla joint-venture nata nel 1981 tra due colossi mondiali dell’editoria:
Harlequin Enterprises, leader della narrativa di intrattenimento mondiale al femminile, 131 milioni di copie vendute in tutto in mondo solo nel 2011, e Arnoldo Mondadori Editore.

HM  è un contenitore di generi letterari diversi, si spazia dalla narrativa brillante alla commercial literary fiction alla relationship novel, dal paranormal alla suspense psicologica, dalla saga storica alla commedia brillante, e sono scritti dalle migliori autrici internazionali di women’s fiction.

In una parola: femminile.
La prima uscita propone tre titoli di tre generi diversi:

Troppo bello per essere vero di Kristan Higgins.
(My one and only)

Una commedia frizzante e romantica che ricorda un film interpretato da Julia Roberts.

C’è chi guarda le vetrine desiderando cose che non potrà mai permettersi, chi invece ammira le foto di alberghi di lusso in cui non andrà mai. Io mi sono spesso immaginata di aver incontrato un ragazzo carinissimo e perfetto quando invece non esisteva. Come quel giorno in cui avrei preferito restarmene a casa anzichè partecipare a un matrimonio. Non era tanto la cerimonia a disturbarmi, quanto il fatto che ci sarebbe stato quel bastardo del mio ex, al braccio di mia sorella, per giunta, mentre io sarei arrivata da sola. L’unica soluzione era inventarsi un fidanzato, un tipo meraviglioso e affascinante con sex appeal da vendere e un tagliente senso dell’umorismo. Uno di quelli per cui le altre sbavano di invidia e sarebbero disposte a tutto pur di rubartelo... Di sicuro uno così non è l’uomo della porta accanto, sarebbe troppo bello per essere vero.



Kristan Higgins autrice americana, nei suoi romanzi riesce a combinare con successo amore, vita e ironia. Apprezzata in tutto il mondo sia dai lettori che dalla critica, per la sua capacità di creare personaggi intriganti e di rendere un’atmosfera costantemente permeata di sensualità, senza mai perdere il suo stile elegante, frizzante e unico.


The Restorer - La Signora dei Cimiteri  di Amanda Stevens.
(The Restorer - serie Graveyard Queen) 

Primo capitolo della trilogia La Signora dei Cimiteri, per chi ama i misteri, le atmosfere gotiche e le storie di fantasmi.

Sono Amelia Gray e restauro cimiteri. Sono condannata a poter vedere i morti, ed è un'esperienza angosciante. Hanno fame di vita. Per questo non li posso guardare, non devo far loro capire che li vedo, o sono perduta. Ultimamente però tutto è diverso. È accaduto qualcosa nel cimitero di Oak Grove, dove sto lavorando, qualcosa che va oltre la semplice violenza, che coinvolge i vivi e i dannati. Ho paura, perchè il senso di tutto ciò mi sfugge. Sono sempre più confusa, sopraffatta dalle circostanze e da un mistero che, invece di sciogliersi, pare diventare più fitto e più oscuro. Spero di trovare delle risposte, prima che tutto ciò possa uccidermi.




Amanda Stevens è un’autrice americana, da sempre avida lettrice di fantascienza, fantasy e horror e nutre uno spiccato interesse per i cimiteri e l’arte funeraria. Ora vive a Houston. The Restorer è il primo romanzo della trilogia La Signora dei Cimiteri, dove è riuscita a creare personaggi sfaccettati sullo sfondo di un’ambientazione credibile e ben descritta, che farà di questa serie un vero Cult.



Come Parole nel Vento di Diane Chamberlain.
(The Midwife’s Confession)

Una storia di segreti, amicizie al femminile, di perdono, diventato un bestseller mondiale.

Ogni azione, ogni decisione, innesca reazioni a catena imprevedibili.
Noelle, Emerson e Tara sono tre donne molto diverse, ma amiche inseparabili da più di vent’anni. Hanno condiviso gioie e dolori, sostenendosi a vicenda nei momenti bui. Credono di sapere tutto l’una dell’altra. Ma quando Noelle, eccentrica levatrice, si toglie la vita senza aver mai dato il minimo segno di disagio, Emerson e Tara si rendono conto che, dopotutto, non la conoscevano affatto.
Questo gesto apparentemente inspiegabile, altro non è che il risultato di un errore lontano.
E a mano a mano che cercano di mettere insieme i tasselli della vita dell'amica, emergono verità che sconvolgeranno la loro esistenza.


Diane Chamberlain autrice americana di una ventina di romanzi, scrive storie intense, che coinvolgono il lettore a ogni respiro, grazie alla sua capacità di delineare personaggi realistici e vivi e situazioni di una travolgente profondità emotiva, con una straordinaria abilità nel creare atmosfere toccanti che fanno della lettura un'esperienza intima e vera.



HM sarà disponibile in libreria, nei migliori ipermercati e store online, in un formato cartaceo elegante e maneggevole con copertina rigida, al prezzo di 9,90 Euro, e in versione eBook al prezzo di 6.99 Euro.
Maggiori informazioni e le anteprime dei romanzi si trovano sul sito:
www.harlequinmondadori.it


L'Intervista all'Editorial Manager

In occasione della nascita di questa nuova collana da libreria, abbiamo pensato di rivolgere alcune domande a Alessandra Bazardi, Editorial Manager della Harlequin Mondadori.

Cara Alessandra, benvenuta al Pinkafé, grazie per aver accettato di essere nostra ospite per parlare del nuovo progetto editoriale HM, ossia la nuova collana di romanzi di vario genere firmata Harlequin Mondadori pensata appositamente per le librerie.
Cosa significa per un gigante come Harlequin Mondadori, che è ha sempre pubblicato in edicola, approdare in libreria?

E' una grande soddisfazione: per l'editore e per le lettrici che da tempo ce lo chiedevano. Da un punto di vista commerciale è una interessante opportunità, un nuovo canale potenziale soprattutto in questo periodo in cui tutti pubblicano "romanzi d'amore" in hardcover a prezzi economici.  Inoltre significa poter proporre alle lettrici generi più consoni alla libreria e non alla edicola.

Come è nato questo progetto? quali generi letterari riguarderà?

Il progetto è nato appunto perché era il momento giusto o almeno lo spero. Ci siamo detti: tutti pubblicano romanzi di narrativa sentimentale, forse è il caso che lo faccia anche il leader mondiale in questo settore, come del resto avviene già in tutto il mondo. Pronti, via, la decisione è stata rapida. Per quanto riguarda i contenuti, HM è una linea di romanzi che spaziano dal genere brillante romance, la commedia romantica per intenderci, al paranormal, dal genere storico alla suspense psicologica, dalla reationship novel all’ erotico, dalla commercial literary fiction al puro thiller… E poi chissà magari qualche esperimento nella Young Adult che sta spopolando in America.

La scelta di questi generi deriva da uno studio di mercato, o si basa essenzialmente sulle esperienze editoriali e sull'istinto dell'editore?

Direi entrambi, ovviamente il lancio è stato supportato da indagini di mercato, ma in questo mestiere si va molto a istinto, a pelle... Quando hai per le mani un libro o un manoscritto talvolta ti capita di sentire una vocina che ti ordina di pubblicarlo anche se l’autore è una sconosciuta…. A me è successo anni fa con la Showalter. E ora la stessa cosa mi è capitata con i libri di Kristan Higgins e la trilogia di Amanda Stevens. La Chamberlain ovvio la conoscevamo già… Spero di non sbagliarmi.

Prevedete di rilanciare anche il romantic suspense?

Sì, ci saranno titoli suspense, suspense psicologica, è un genere che a me piace molto

Ci sarà spazio anche per l'erotico o quello continuerà ad essere limitato all'edicola?

Lo chiedi a me che nel 2001 ho lanciato Temptation e poi sono stata la prima a puntare sul genere erotico in edicola? La risposta è sì, ovviamente se ne parla per il 2013 perché è difficile trovare un buon erotico adatto al canale libreria. In questo momento tutti hanno scoperto l’erotico, la dominazione e la sottomissione, grazie al libro Cinquanta sfumature di grigio, nero e rosso. Ora tutti parlano di erotici, ma Harlequin Mondadori  da anni pubblica gli erotici nella linea Harmony Passion, che sinceramente non hanno nulla da invidiare al libro della James.

E comunque ci voleva un nuovo caso letterario: dopo Twilight e tutti quei vampiri… avremo un’estate calda!!!!

I titoli che proporrete saranno esclusivamente di autrici contemporanee, o prevedete anche di pubblicare classici della narrativa femminile e del romance?

Non prevediamo di pubblicare classici della narrativa, HM è una linea di romanzi d’amore scritte da autrici contemporanee. E poi l’hanno già fatto tutti – perché copiare? -anche noi nel nostro piccolo abbiamo già pubblicato la Cartland, la Heyer… Pensiamo al futuro, cerchiamo di scoprire nuove autrici che potranno diventare i classici della narrativa femminile di domani.

Pubblicherete solo autrici americane, o darete spazio anche ad autrici di altre nazionalità (ad esempio autrici spagnole)? La collana sarà aperta alle italiane?

Le autrici in catalogo sono le migliori autrici di Harlequin  e occupano i primi posti delle classifiche di libri americane  che contendono i vertici con autrici del calibro di Danielle Steele; i libri che noi oggi pubblichiamo in America e nel mondo hanno venduto milioni di libri. Sapevi che la Chamberlain è una delle autrici, forse l’autrice più venduta in UK? Ovviamente non escludiamo nulla per il futuro. Se un libro è buono e vale cosa conta la nazionalità del suo autore?

Quante uscite all'anno prevede questo progetto?

Nel 2012 usciranno 6 titoli. Tre a giugno e altri 3 a fine ottobre.... ti do un'anticipazione per ottobre ci sarà anche un historical crime che fa parte di una serie molto richiesta e firmato da una amatissima autrice americana. Ora voglio il toto autore sulla rete!!! E poi.... per il 2013 si vedrà, spero molti di più.

Tutti i titoli saranno disponibili anche in formato ebook?

Assolutamente sì, saranno disponibili in contemporanea e al prezzo di 6,99. D’altra parte gli ebook vanno così bene. Ma lo sai che un nostro Collezione questa settimana era in classifica tra i più scaricati prima di Fabio Volo?
E' come aver vinto Miss Italia!


Ringraziamo ancora Alessandra Bazardi per la sua disponibilità e cortesia , anche se ha stuzzicato la nostra curiosità ...chi sarà mai la famosa autrice americana ?



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...