Prima di leggere.... ( a cura di Pinkafé)
Quanti fiumi di parole sono scorsi riguardo a Cinquanta sfumature di Grigio? Articoli straripanti sarcasmo fine a se stesso, scritti spesso da chi il libro non l'ha nemmeno letto. Recensioni su vari blog per mano di lettrici scioccate dalla mancanza di spessore e dallo stile illeggibile. Anche coloro che ancora non si sono avvicinati ai due romanzi della trilogia, si saranno resi conto che nel bene e nel male questa storia spacca gli animi. Pinkafé voleva recensire per voi il secondo libro- Cinquanta Sfumature di Nero- ma ha preferito offrirvi un punto di vista diverso, una voce fuori dal coro di quelle che bombardano il web e la carta stampata. Master8888 ha accettato di condividere con voi le sue impressioni, siete pronte ?
Prima di cominciare, una premessa è d'obbligo: la recensione che state per leggere esprime solo ed esclusivamente le opinioni personali dell'autore, il quale ne è pienamente consapevole, nonchè del fatto che quando parla di BDSM fa discorsi generali, senza nessun riferimento a chicchessia, se non lo scrivente, il libro e i personaggi del libro recensito.
Buona lettura !
Profondamente turbata dagli oscuri segreti del giovane e inquieto imprenditore Christian Grey, Anastasia Steele ha messo fine alla loro relazione e ha deciso di iniziare un nuovo lavoro in una casa editrice. Ma l’irresistibile attrazione per Grey domina ancora ogni suo pensiero e quando lui le propone di rivedersi, lei non riesce a dire di no. Pur di non perderla, Christian è disposto a ridefinire i termini del loro accordo e a svelarle qualcosa in più di sé, rendendo così il loro rapporto ancora più profondo e coinvolgente. Quando finalmente tutto sembra andare per il meglio, i fantasmi del passato si materializzano prepotentemente e Ana si trova a dover fare i conti con due donne che hanno avuto un ruolo importante nella vita di Christian. Di nuovo, il loro rapporto è minacciato e a questo punto Ana deve affrontare la decisione più importante della sua vita. Una decisione che può prendere soltanto lei…
Ho letto il secondo volume della trilogia delle "cinquanta sfumature" e mi accingo a scrivere la mia opinione dalla particolare ottica di chi BDSM lo fa davvero da una vita. Francamente, anche se ci sono alcuni spunti discorsivi sul BDSM che meritano un approfondimento, devo dire che il libro mi ha molto deluso e questo mi addolora perché confermo che il personaggio di Christian Gray presenta alcuni tratti ben delineati, in cui mi riconosco psicologicamente, tratti che tuttavia, purtroppo, sono resi illeggibili da altri elementi confusi ed erronei. Infatti, mentre il primo volume imposta una serie di temi e storie collegate al BDSM tali da avermi fatto sperare in un loro coerente sviluppo nei volumi successivi, invece, ho dovuto constatare una involuzione della narrazione, un vero e proprio andamento in discesa, in cui il discorso sul BDSM si è involuto "incartandosi" in un groviglio quasi inestricabile, in cui il BDSM è praticamente sparito o comunque è divenuto al meglio un elemento confuso, incomprensibile e al peggio gravato da pregiudizi che lo mettono in luce negativa per la maggioranza delle lettrici e dei lettori, oppure lo fanno percepire a questi in modo deformato, distorto.
Le pagine e pagine di rapporti sessuali ripetitivi, senza nessun "guizzo" di originalità (ci si poteva mettere un "link" e scriverli una sola volta...), disperatamente "vanilla" (la traduttrice evidentemente ignora che nessuno traduce questo "vanilla" in italiano, peraltro come accade anche per "flogger"), semmai con connotazioni "famolostraniste", visto che è evidente che alcuni elementi mutuati da tecniche BDSM sono puramente "serventi" ai fini degli innumerevoli rapporti sessuali. Sembra un racconto scritto in Italia da una italiana, visto che nel nostro non poche/pochi di quelle e quelli che "ruotano" nell'ambiente BDSM hanno la "scopata" come "imperativo categorico" (tant'è che al solo sentir pronunciare il termine "vero BDSM" reagiscono come indemoniati colpiti dall'acqua santa, tipo "bambina dell'Esorcista"), in Gran Bretagna e negli USA il BDSM è preso da chi lo pratica molto più sul serio. A parte i numeri eclatanti delle "performance" descritte (pur giustificabili tenendo conto della giovane età dei protagonisti, anche se non so se sia realistico riuscire nell'orgasmo simultaneo indefettibilmente ad ogni colpo), l'elemento fondamentale è la noiosità, gli unici termini di paragone che trovo sono i film porno e la letteratura sadiana, infatti chi ha letto De Sade avrà notato la ripetitività e piattezza delle sue descrizioni.
Per certi versi il libro sviluppa l'idea deformata del BDSM che hanno molte donne, cioè una relazione con una sorta di "super principe azzurro", con sesso sfrenato e in cui l'amore (rigidamente monogamo) giustifica e nobilita tutto, "non lo fo per piacer mio, ma per amore". In realtà, una donna libera dovrebbe fare BDSM, dovrebbe assumere il ruolo di sottomessa, perché le dà piacere, le consente di esprimere la sua personalità e le sue esigenze. Poi, può anche accadere che scoppi l'amore, ma l'amore non può e non deve essere il motivo (vero o autoassolutorio, non importa) per superare certe "soglie".
Tornando a Christian, una persona con gusti BDSM e che ha avuto ben quindici sottomesse (a ventisette anni, definirei questa una "performance" del tutto irrealistica) si sarebbe rotto le scatole immediatamente (autobiagraficamente: anch'io a quell'età avevo prestazioni sessuali di tutto rispetto, ma anche la sola idea di un rapporto esclusivamente "vanilla" mi annoiava terribilmente).
Anche perché il personaggio di Ana si può dire alla luce di questo secondo volume non solo non ha nulla della sottomessa (semmai è disperatamente e convintamente "famolostranista"), ma è pure priva di qualunque elemento di fascino tale da giustificare un innamoramento da parte di un master. Sia chiaro che un master è un uomo e si può benissimo innamorare (io nella mia vita ho avuto degli inamoramenti travolgenti e delle "cotte" degne di un adolescente, ma sempre in ambito BDSM, perché diversamente ci si mette in grossi guai), ma perché a torto o ragione pensa di aver incontrato una donna "giusta", se si innamora di una "famolostranista" o di una "vanilla" e si riduce a fare "famolostranismo" dubito sia realmente un master (uno poi che ha avuto quindici sottomesse...).
Tra l'altro Ana in questo secondo volume anche come semplice valutazione uomo-donna non è che brilli per fascino e non è che si dimostri una cima di intelligenza. Ma la cosa che mi ha preoccupato di più è la valutazione negativa del vero BDSM che emerge dalle pagine del libro, un messaggio chiarissimo, il "famolostranismo" (anche se non definito, viene descritto in modo accurato nei fatti) è "buono", il vero BDSM è "cattivo", l'amore di Ana salverà Christian dal "male" del vero BDSM (Christian peraltro fatto apparire disgustosamente "pentito" e sulla via della "redenzione"). Le correttissime parole messe sulla bocca del dottor Flynn, il quale dice che il BDSM praticato fra adulti consenzienti e in un quadro sano e sicuro (e io aggiungo, nel rispetto delle leggi del proprio Paese) non è una malattia, ma una accettabile scelta di vita, finisce per apparire un disorso messo lì con la funzione di una un po' ipocrita "pezza a colore".
Anche la figura della ex sottomessa innamorata di Christian e in preda a turbe psichiche è
molto irritante per me. Nella realtà della mia esperienza le donne che fanno convintamente la scelta della sottomissione BDSM sono donne forti, realizzate nella vita e molto determinate, certamente meno fragili dei master, perché paradossalmente molti veri master (cioè uomini che sanno assumere sul serio e come si deve il ruolo di master) hanno (magari sotto-sotto, ben occultate e non confessate per orgoglio) talune debolezze e fragilità ed è proprio questo il motivo per cui alcuni tratti della figura di Christian appaiono realistici. Peraltro, la necessità del controllo è una riorganizzazione e positivizzazione di caos interiori precedenti che se non risistemati farebbero danni. Il BDSM è una soluzione di problemi, non un problema.
Tornando alle sottomesse, semmai io ho avuto la ventura di sentire alcune di loro che facevano spietati "cappotti" di critiche a certi "master" evidentemente non molto bravi nel loro ruolo. Una notazione vorrei dedicarla anche all'ossessione della bellezza che emerge dalle pagine del libro (quante volte si fa riferimento alla bellezza di Christian? Non si contano). Una delle cose positive del vero BDSM è che la bellezza conta assai meno che nel "vanilla", perché ci si focalizza su altri elementi..Certo, anche l'occhio vuole la sua parte, anche nel BDSM ad esempio una partner che supera il quintale non è piacevole, ma l'estrema importanza che nel "vanilla" ha la bellezza (c'è solo quella, per il resto il solito, noiosissimo, ripetitivo, eterno, "io infilo e tu prendi") non c'è.
E con questo penso di aver detto tutto quel che avevo da dire.
Quanti fiumi di parole sono scorsi riguardo a Cinquanta sfumature di Grigio? Articoli straripanti sarcasmo fine a se stesso, scritti spesso da chi il libro non l'ha nemmeno letto. Recensioni su vari blog per mano di lettrici scioccate dalla mancanza di spessore e dallo stile illeggibile. Anche coloro che ancora non si sono avvicinati ai due romanzi della trilogia, si saranno resi conto che nel bene e nel male questa storia spacca gli animi. Pinkafé voleva recensire per voi il secondo libro- Cinquanta Sfumature di Nero- ma ha preferito offrirvi un punto di vista diverso, una voce fuori dal coro di quelle che bombardano il web e la carta stampata. Master8888 ha accettato di condividere con voi le sue impressioni, siete pronte ?
Prima di cominciare, una premessa è d'obbligo: la recensione che state per leggere esprime solo ed esclusivamente le opinioni personali dell'autore, il quale ne è pienamente consapevole, nonchè del fatto che quando parla di BDSM fa discorsi generali, senza nessun riferimento a chicchessia, se non lo scrivente, il libro e i personaggi del libro recensito.
Buona lettura !
Profondamente turbata dagli oscuri segreti del giovane e inquieto imprenditore Christian Grey, Anastasia Steele ha messo fine alla loro relazione e ha deciso di iniziare un nuovo lavoro in una casa editrice. Ma l’irresistibile attrazione per Grey domina ancora ogni suo pensiero e quando lui le propone di rivedersi, lei non riesce a dire di no. Pur di non perderla, Christian è disposto a ridefinire i termini del loro accordo e a svelarle qualcosa in più di sé, rendendo così il loro rapporto ancora più profondo e coinvolgente. Quando finalmente tutto sembra andare per il meglio, i fantasmi del passato si materializzano prepotentemente e Ana si trova a dover fare i conti con due donne che hanno avuto un ruolo importante nella vita di Christian. Di nuovo, il loro rapporto è minacciato e a questo punto Ana deve affrontare la decisione più importante della sua vita. Una decisione che può prendere soltanto lei…
Ho letto il secondo volume della trilogia delle "cinquanta sfumature" e mi accingo a scrivere la mia opinione dalla particolare ottica di chi BDSM lo fa davvero da una vita. Francamente, anche se ci sono alcuni spunti discorsivi sul BDSM che meritano un approfondimento, devo dire che il libro mi ha molto deluso e questo mi addolora perché confermo che il personaggio di Christian Gray presenta alcuni tratti ben delineati, in cui mi riconosco psicologicamente, tratti che tuttavia, purtroppo, sono resi illeggibili da altri elementi confusi ed erronei. Infatti, mentre il primo volume imposta una serie di temi e storie collegate al BDSM tali da avermi fatto sperare in un loro coerente sviluppo nei volumi successivi, invece, ho dovuto constatare una involuzione della narrazione, un vero e proprio andamento in discesa, in cui il discorso sul BDSM si è involuto "incartandosi" in un groviglio quasi inestricabile, in cui il BDSM è praticamente sparito o comunque è divenuto al meglio un elemento confuso, incomprensibile e al peggio gravato da pregiudizi che lo mettono in luce negativa per la maggioranza delle lettrici e dei lettori, oppure lo fanno percepire a questi in modo deformato, distorto.
Le pagine e pagine di rapporti sessuali ripetitivi, senza nessun "guizzo" di originalità (ci si poteva mettere un "link" e scriverli una sola volta...), disperatamente "vanilla" (la traduttrice evidentemente ignora che nessuno traduce questo "vanilla" in italiano, peraltro come accade anche per "flogger"), semmai con connotazioni "famolostraniste", visto che è evidente che alcuni elementi mutuati da tecniche BDSM sono puramente "serventi" ai fini degli innumerevoli rapporti sessuali. Sembra un racconto scritto in Italia da una italiana, visto che nel nostro non poche/pochi di quelle e quelli che "ruotano" nell'ambiente BDSM hanno la "scopata" come "imperativo categorico" (tant'è che al solo sentir pronunciare il termine "vero BDSM" reagiscono come indemoniati colpiti dall'acqua santa, tipo "bambina dell'Esorcista"), in Gran Bretagna e negli USA il BDSM è preso da chi lo pratica molto più sul serio. A parte i numeri eclatanti delle "performance" descritte (pur giustificabili tenendo conto della giovane età dei protagonisti, anche se non so se sia realistico riuscire nell'orgasmo simultaneo indefettibilmente ad ogni colpo), l'elemento fondamentale è la noiosità, gli unici termini di paragone che trovo sono i film porno e la letteratura sadiana, infatti chi ha letto De Sade avrà notato la ripetitività e piattezza delle sue descrizioni.
Per certi versi il libro sviluppa l'idea deformata del BDSM che hanno molte donne, cioè una relazione con una sorta di "super principe azzurro", con sesso sfrenato e in cui l'amore (rigidamente monogamo) giustifica e nobilita tutto, "non lo fo per piacer mio, ma per amore". In realtà, una donna libera dovrebbe fare BDSM, dovrebbe assumere il ruolo di sottomessa, perché le dà piacere, le consente di esprimere la sua personalità e le sue esigenze. Poi, può anche accadere che scoppi l'amore, ma l'amore non può e non deve essere il motivo (vero o autoassolutorio, non importa) per superare certe "soglie".
Tornando a Christian, una persona con gusti BDSM e che ha avuto ben quindici sottomesse (a ventisette anni, definirei questa una "performance" del tutto irrealistica) si sarebbe rotto le scatole immediatamente (autobiagraficamente: anch'io a quell'età avevo prestazioni sessuali di tutto rispetto, ma anche la sola idea di un rapporto esclusivamente "vanilla" mi annoiava terribilmente).
Anche perché il personaggio di Ana si può dire alla luce di questo secondo volume non solo non ha nulla della sottomessa (semmai è disperatamente e convintamente "famolostranista"), ma è pure priva di qualunque elemento di fascino tale da giustificare un innamoramento da parte di un master. Sia chiaro che un master è un uomo e si può benissimo innamorare (io nella mia vita ho avuto degli inamoramenti travolgenti e delle "cotte" degne di un adolescente, ma sempre in ambito BDSM, perché diversamente ci si mette in grossi guai), ma perché a torto o ragione pensa di aver incontrato una donna "giusta", se si innamora di una "famolostranista" o di una "vanilla" e si riduce a fare "famolostranismo" dubito sia realmente un master (uno poi che ha avuto quindici sottomesse...).
Tra l'altro Ana in questo secondo volume anche come semplice valutazione uomo-donna non è che brilli per fascino e non è che si dimostri una cima di intelligenza. Ma la cosa che mi ha preoccupato di più è la valutazione negativa del vero BDSM che emerge dalle pagine del libro, un messaggio chiarissimo, il "famolostranismo" (anche se non definito, viene descritto in modo accurato nei fatti) è "buono", il vero BDSM è "cattivo", l'amore di Ana salverà Christian dal "male" del vero BDSM (Christian peraltro fatto apparire disgustosamente "pentito" e sulla via della "redenzione"). Le correttissime parole messe sulla bocca del dottor Flynn, il quale dice che il BDSM praticato fra adulti consenzienti e in un quadro sano e sicuro (e io aggiungo, nel rispetto delle leggi del proprio Paese) non è una malattia, ma una accettabile scelta di vita, finisce per apparire un disorso messo lì con la funzione di una un po' ipocrita "pezza a colore".
Anche la figura della ex sottomessa innamorata di Christian e in preda a turbe psichiche è
molto irritante per me. Nella realtà della mia esperienza le donne che fanno convintamente la scelta della sottomissione BDSM sono donne forti, realizzate nella vita e molto determinate, certamente meno fragili dei master, perché paradossalmente molti veri master (cioè uomini che sanno assumere sul serio e come si deve il ruolo di master) hanno (magari sotto-sotto, ben occultate e non confessate per orgoglio) talune debolezze e fragilità ed è proprio questo il motivo per cui alcuni tratti della figura di Christian appaiono realistici. Peraltro, la necessità del controllo è una riorganizzazione e positivizzazione di caos interiori precedenti che se non risistemati farebbero danni. Il BDSM è una soluzione di problemi, non un problema.
Tornando alle sottomesse, semmai io ho avuto la ventura di sentire alcune di loro che facevano spietati "cappotti" di critiche a certi "master" evidentemente non molto bravi nel loro ruolo. Una notazione vorrei dedicarla anche all'ossessione della bellezza che emerge dalle pagine del libro (quante volte si fa riferimento alla bellezza di Christian? Non si contano). Una delle cose positive del vero BDSM è che la bellezza conta assai meno che nel "vanilla", perché ci si focalizza su altri elementi..Certo, anche l'occhio vuole la sua parte, anche nel BDSM ad esempio una partner che supera il quintale non è piacevole, ma l'estrema importanza che nel "vanilla" ha la bellezza (c'è solo quella, per il resto il solito, noiosissimo, ripetitivo, eterno, "io infilo e tu prendi") non c'è.
E con questo penso di aver detto tutto quel che avevo da dire.
14 commenti:
E' la recensione che aspettavo di leggere! Vi ho trovato le risposte riguardo tre aspetti (per me fondamentali in un romanzo) di questo fenomeno editoriale sui quali mi ero interrogata: coerenza, realismo e verosimiglianza.
Grazie a master8888 per il suo articolato commento.
Saluti
Marty
Questa recensione offre spunti di discussione per almeno un mese, ci sono passaggi molto interessanti, ad esempio ciò che riguarda il discorso fragilità sottomesse-master, e non ultimo l'affermazione che il BDSM è la risoluzine di problemi e non un problema. Mi viene in mente il film The secretary dove la protagonista trova proprio nel BDSM un modo per incanalare e risolvere le sue pulsioni autolesioniste.
Della serie come ti smonto un protagonista maschile con cognizione di causa, affascinante questa recensione
Elnora
Ha ragione Elnora, quando sottolinea quanti spunti di riflessione si possano trovare in questa recensione. Personalmente mi ha colpito moltissimo la parte finale relativa all'aspetto fisico. Mi viene da pensare a quanto c'e' di cerebrale nel BDSM, e che allora è vero che parte tutto dal cervello, magari si domina più con le parole che con i gesti?? Grazie davvero a Master8888 per questa analisi così lucida ma anche ricca di confronti.
Astasia
al tempo. che la bellezza non conti nel bdsm... no, eh. conta, conta esattamente come conta in qualsiasi altro rapporto e per quanto conti per quella determinata persona!
sarebbe lungo inoltrarsi in un discorso su cosa è bello, cosa ci piace e se ci piace il bello o ci piace altro ma direi che il partner bdsm è comunque un partner "sessuale" ergo lo si scegli con gli stessi identici criteri.
con la più la testa del fisico? e quante volte ci si è innamorate del "brutto che conquista"? :-)
altra nota, fonte di lunghissime discussioni: carattere e "ruolo" corrispondono? no, sì, boh, forse, non è detto. ci sono sottomessi fragili e sottomessi fortissimi, dominanti forti e dominanti fragili. io credo che il bdsm sia la ricerca di compensazioni, una ricerca di equilibrio interiore ma, attenzione, non è (nè può essere) una panacea a disagi personali reali! anzi, si rischia davvero di far danni. ricordiamo, ammesso ce ne fosse il bisogno, che Sano del SSC che determina (o dovrebbe) i rapporti bdsm deriva dall'inglese "sane" che ha più il significato di "mentalmente sano".
concordo assolutamente sulla "falsità" della "schiava per amore": certo, ci si può anche innamorare del proprio dominante MA non può essere il punto di partenza, sempre per quel "sane" :-)
mi permetto di riportare il link alla recensione fatta su "50 sfumature di grigio" da Ayzad, dominante molto noto nell'ambiente e autore di "Guida per esploratori dell'erotismo estremo" e di "Dizionario del sesso insolito".
http://www.ayzad.com/anteprima50sfumatureita.html
Luna_ca
Desideravo ringraziare Luna_ca per la recensione che ha segnalato: l'ho letta con interesse, e le riflessioni di Ayzad hanno fatto riflettere anche me, ma sempre con il sorriso sulle labbra, grazie al modo in cui è scritta.
Marty
Ciao Luna_ca,
grazie per averci linkato la recensione di Ayzad. Io l'ho letta con molto interesse e anche qui, come nella recensione di Master8888, ci sono molti spunti interessanti di discussione. Sulla perfezione assoluta di Christian abbraccio il sarcasmo di Ayzad e ribatto che io sono stata stregata proprio dalle sue innumerevoli e ovviamente poco credibili qualità, vuoi per invocazione della sospensione dell'incredulità, vuoi per una fase che sto vivendo, non lo so.
Sono d'accordissimo sulla scia letteraria che Cinquanta Sfumature si porterà dietro anche in Italia, senza indagare sulle modalità e livello qualitativo delle future pubblicazioni e tante altre cose. C'e' una cosa invece che mi lascia perplessa da profana che sono. Riporto testuale:
" il signor Grey è un dominatore perché può permetterselo – alla faccia di tutti i precari e della generazione 1.000 euro"
Io credo - e vorrei che qualcuno mi correggesse se sbaglio- che benestare e BDSM vadano a braccetto, per cui mi sono fatta un'idea secondo la quale un Master/dominatore sia un persona di livello culturale medio-alto dal reddito soddisfacente e che non annoveri fra le sue preoccupazioni più grandi quella di arrivare a fine mese, sbaglio?
Ciao e grazie per essere passata a lasciare un commento!
Elnora
Io credo - e vorrei che qualcuno mi correggesse se sbaglio- che benestare e BDSM vadano a braccetto, per cui mi sono fatta un'idea secondo la quale un Master/dominatore sia un persona di livello culturale medio-alto dal reddito soddisfacente e che non annoveri fra le sue preoccupazioni più grandi quella di arrivare a fine mese, sbaglio?
desolata, sbagli :-)
diciamo che il bdsm, in un certo senso, è... "culturalmente elitario"? però dominante può essere davvero chiuque. certo, ci sono medici e avvocati, dirigenti e liberi professionisti vari ma ci sono anche impiegati di banca e militari, carabinieri e gente che lavora in fabbrica.
c'è chi, e questo a prescindere dai ruoli, ha problemi di lavoro, di figli, di genitori anziani, di arrivare a fine mese, di laurearsi...
no, sorry, il superfustacchione bello come il sole, intelligente, straricco, di buon gusto ecc ecc ecc è relegato al regno delle favole, perfino nel bdsm :-)
Luna_ca
Vorrei precisare che la recensione di Ayzad é in qualche modo complementare alla mia.
Infatti, l'ho letta prima di scrivere e per questo mi sono occupato di aspetti diversi, era inutile ripetere sempre le stesse cose.
Però, sulla "straricchezza" di Christian Gray se il romanzo non avesse avuto altri gravi difetti si poteva sorvolare, é normale in molti romanzi inserire la storia (qualsiasi storia) in ambienti ricchi, non é certo una novità.
Nella realtà per fare un buon BDSM non bisogna essere ricchi, ma certo che un pò di tranquillità economica serve, se tanto per dire, per fare un esempio teorico, abitate a Roma e fate conoscenza con una persona di Milano é utile avere senza problemi i soldi per il biglietto del treno ed un albergo, so benissimo che non é giusto che i soldi contino, ma il mondo va così, "l'altra" teoria politico-economica nel 1989 ha perso.
Un secondo commento vorrei farlo sul BDSM come soluzione dei problemi o no.
Tutti gli esseri umani hanno, chi piu' e chi meno, problemi esistenziali e conflitti interiori. E' la condizione umana ad essere difficile, l'unico animale che avendo una capacità di astrazione ha sempre presente in se la consapevolezza della morte.
La stragrande maggioranza degli esseri umani deve risolvere questi conflitti interiori attraverso qualcuno, prete, idea astratta di Dio, psicologo, psichiatra, ecc.
Solo una piccola minoranza ha una capacità di "leggersi" dentro e leggere la realtà al punto di poter fare da soli.
Ecco, so che infastidirò molti, ma io ritengo che i master dovrebbero appartenere solo a quest'ultima categoria. Si badi che questo concetto non ha assolutamente a che fare con quello deleterio del "superuomo". Io ho molte fragilità e ho affrontato molti conflitti interiori nella mia vita e non ne ho fatto mistero scrivendo.
Ma i miei conflitti e le mie fragilità me li sono sempre affrontati e risolti da solo e in questo il BDSM mi ha aiutato moltissimo, pur essendo stato all'inizio una fonte di problemi (come si insegna nell'imprenditoria, bisogna saper trasformare i problemi in opportunità e io nel mio piccolo l'ho fatto anche negli affari).
Però mi chiedo, come fa a farsi carico di una sottomessa uno come Christian Grey (che nel mio precedente intervento ho fatto diventare Gray...) e per questo aspetto come tanti altri, che ha il suo dottor Flynn sempre dietro? Sarebbe come pilotare un aereo e dover telefonare all'istruttore per consigli... rassicurante, vero?
Sotto questo aspetto ritengo che i master dovrebbero essere una "aristocrazia", non certo di soldi, ma intellettuale e sotto questo particolare aspetto ritengo che il BDSM sia una soluzione di problemi.
Sul fatto che gli incapaci ed inadatti possano fare danni psicologici prima ancora che fisici incalcolabili, sono perfettamente d'accordo.
Se viene citata la "strarichezza" di Christian Grey, non posso fare a meno dal ribadire la mia: è stato in assoluto l'aspetto che più mi ha irritata nel romanzo. Non il fatto fosse ricco, ma il fatto che questa fantasmagorica ricchezza non sia mai giustificata. A soli 27 anni Grey è a capo di un impero economico creato da solo e dal niente. Prima di cominciare la lettura, il protagonista mi venne presentato da un'amica come "un giovane magnate", e io, nella mia ingenuità, avevo dato per scontato fosse a capo delle industrie di famiglia fondate dai suoi. Scoprire che i signori Grey erano due medici benestanti, ma non certo miliardari, mi ha fatto strabuzzare gli occhi ben più della "stanza rossa del dolore".
In un romanzo contemporaneo un ventisettenne non può essere un "self-made tycoon", a meno che non sia uno dei geniali ragazzi della Silicon Valley, uno dei rivoluzionari creatori di Google o di Facebook tanto per capirci, e se fosse il caso di Grey, credo che la cosa sarebbe nota pure ad Ana (nonostante la ragazza non abbia neanche uno straccio di pc, sebbene sia nata nell'era dei cellulari, e anche qui la sospensione del dubbio richiesta al lettore è forte)
Perché questo mi ha dato tanto fastidio? Perché uno degli aspetti fondamentali della caratterizzazione del protagonista (siamo tutti d'accordo che Christian, senza i suoi elicotteri, alianti, superattici e macchinoni sportivi, non sarebbe più Mr. Grey) è un'assurdità creata dall'autrice con bieco "colpo di bacchetta magica".
Saluti!
Marty
Io rimango sempre più affascinata dalle interpretazioni che ne vengono fuori..quindi il Master è un uomo self-made- fatto da sè, psicologo di se stesso?e quanto valore si dà al BDSM in questo contesto? Dalla notte dei tempi l'uomo si è inventato la religione per darsi delle risposte che la sua razionalità non riusciva a trovare.
L'immagine di Christian che la mia mente aveva disegnato si sta sfumando: ricco, potente, dominatore con la sua zona d'ombra, un Giano bifronte fatto di sicurezza e fragilità, la prospettiva si ridimensiona ;)
Astasia
Beh, non confondiamo quello che dovrebbe essere (di cui parlavo io) con quello che é, nel mondo reale dietro l'etichetta "master" si trova molto, molto facilmente assai di peggio di Christian Grey (intendo quanto a fare il master, prescindendo dalla "straricchezza".
Quanto alla "straricchezza" di Christian Grey fatta da se a 27 anni (e perché, in sovrappiu' saper portare aerei ed elicotteri e suonare come un concertista é realistico?) io la vedevo un pò come una delle tante cose che si leggono in "Harry Potter", é chiaro che sono fuori dalla realtà, ma servono a tenere in piedi una storia, sul loro totale irrealismo non ci piove.
Veramente affascinante questa recensione e lo scambio che ne è derivato. Non posso che ringraziare ancora Master8888 per aver condiviso con noi il suo punto di vista su questo romanzo che sta dividendo il pubblico dei lettori. E devo dire che mi intriga maledettamente la sua affermazione "è pure priva di qualunque elemento di fascino tale da giustificare un innamoramento da parte di un master"...
Hasmina
Ringrazio Master8888 per la sua recensione che ho letto con molto interesse.
Mi meraviglio sempre di più di come questo libro anzi tutta la trilogia abbia fatto tanto chiasso, da non credere!!!!!!! Un romanzo che a detta di tutti non è granchè, è riuscito a intrigare così tanto!
Ho letto il libro, e sono d'accordo che è ripetitivo e su molti aspetti irreale, però è anche vero che mi ha fatto venir voglia di leggere anche il secondo volume...
Confermo che il personaggio di Christian Gray è un pò esagerato in tutto, mentre la protagonista femminile spesso e volentieri è una lagna e qualche sberla se avessi potuto entrare nel libro l'avrebbe presa, però... il mio plauso va a alla scrittrice, perchè anche se è stata criticata di non saper scrivere, è riuscita con i suoi libri a sollevare un mare di polemiche che vede schierati due tipologie di lettori, quello che si scandalizza e quello che invece è intrigato.
Ma in ogni caso qual'è il problema?
Scandalizzarsi per il BDSM? oppure stupirsi che lo pratica ogni tipologia di persone? ma andiamo...sappiamo tutti che il sesso è un mondo senza limiti, se non quelli che noi stessi ci poniamo e poi scusate...mai dire mai no?
Andreina
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