Moor significa brughiera e attraversando il Dartmoor , si comprende veramente perché questo termine, anche soltanto ad incontrarlo nei libri, evochi suggestioni di sconfinata solitudine, di venti selvaggi e di atmosfere gotiche.
Ricordate “Il mastino dei Baskerville” di Arthur Conan Doyle? Ebbene, nonostante abbia visitato il parco di giorno, confesso che non è affatto difficile immaginare quanto il paesaggio possa divenire spettrale al calare del sole, magari sotto la coltre strisciante di una nebbia fredda e lattiginosa. La luce delle giornate estive regala certo sensazioni molto diverse, declinando una serie infinita di sfumature di verde, da quello più chiaro dell’erba bassa e vellutata come la più soffice delle moquettes, a quello intenso delle distese intricate di felci, punteggiate dal viola dell’erica; ponies, mucche, pecore pascolano in libertà, niente affatto intimiditi dai visitatori, colorando la brughiera di macchie bianche e brune.
Alcuni rilievi granitici (tor) interrompono il morbido profilo delle colline, così come i resti di civiltà antichissime: cerchi di pietre, menhir, ponti rudimentali che attraversano fiumi trasparenti su letti di torba.
La serenità bucolica di questo paesaggio tuttavia, non riesce del tutto a celare la sensazione di trovarsi di fronte a una natura vagamente insidiosa ed ingannevole.
Non a caso una parte del parco è inibita ai visitatori; un’area piuttosto vasta è infatti ritenuta pericolosa a causa della natura del terreno, estremamente cedevole sotto l’aspetto vellutato dell’erba; prati apparentemente innocui, possono diventare trappole di fango, con un effetto analogo a quello delle sabbie mobili; gli abitanti locali, con senso di ironia, li definiscono “letti di piuma”.
Anche per questo si sono formate tantissime leggende intorno a questi luoghi nei quali streghe, folletti e lo stesso diavolo sembrano, in tempi remoti, essere stati di casa.
Ovviamente, per gli scrittori che si avvalgono per i loro racconti di atmosfere cupe, tutto questo offre un ottimo materiale: Conan Doyle, Beatrice Chase, Agatha Christie, Rosamunde Pilcher, Laurie King e Patricia Gaffney hanno ambientato proprio qui i loro romanzi.
A Princetown, nel cuore del Dartmoor, si erge il carcere costruito fra il 1806 e il 1809, destinato in origine ai prigionieri delle guerre napoleoniche ed americane. Il triste edificio, oggi considerato una prigione di categoria C, ospita criminali non violenti ed è ritenuto di massima sicurezza, anche perché situato ai limiti del territorio paludoso nel quale è davvero pericoloso avventurarsi.
Là dove il Dartmoor confina con la Cornovaglia, l’aspetto del paesaggio diviene più aspro, caratterizzato da rocce appuntite e da gole profonde circondate da boschi.
Arrivati a Lydford Gorge, sembra di essere in montagna: i sentieri immersi nel verde che affiancano il fiume Lyd sono scivolosi e richiedono qualche attenzione ma regalano un colpo d’occhio delizioso soprattutto quando - condizioni meteorologiche permettendo – consentono di ammirare le acque ribollenti del Devil’s Cauldron o la White Lady Falls: il nome, appropriato per la sottile e spumeggiante cascata, è nato anche dalla leggenda secondo la quale una Signora vestita di bianco ogni tanto appare vicino all’acqua per salvare gli sfortunati che vi sono caduti.
Il Devon, per chi ama vivere l’emozione di un viaggio nella natura ancora misteriosa e non del tutto tradita dall’uomo, è veramente una meta imperdibile.
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