giovedì 16 maggio 2013

La "Trilogia dei Sensi" di Anne Rice

di Master8888




Cominciamo da una nota "tecnica", "Risveglio" era già stato pubblicato in Italia nel 1995 con il titolo "LA BELLA ADDORMENTATA", "Abbandono" nel 1997 con il titolo "IL RISVEGLIO DELLA BELLA ADDORMENTATA", mentre "Estasi" non mi risulta sia stato prima pubblicato in Italia.

Fare un breve riassunto (per orientare chi leggerà il mio  commento senza aver letto i libri) della trama dei volumi appena citati non è cosa difficile.
Infatti, anche se la quantità di particolari e di dettagli nei quali Anne Rice si diffonde è notevole (e non potrebbe essere diversamente, trattandosi di tre volumi... ), la trama può essere sintetizzata in poche battute.

La Bella Addormentata (con tutti gli abitanti del suo castello) viene svegliata da un principe, che in cambio la porta con sé in una strana corte, dove molti principi e principesse dati in ostaggio vengono sottoposti a durissimi trattamenti, fatti di ogni genere di umiliazioni e punizioni sessuali e non, con una impronta chiaramente sadiana.
La gran parte del racconto è composta dalla descrizione di queste umiliazioni e punizioni, anche attraverso la nascita di rapporti fra i sottomessi che nel meccanismo narrativo della Rice divengono modo per far raccontare da uno all'altra cose subite, allargando così la lussureggiante proliferazione di dettagli sadici (ma non con la noiosità che ho sempre rimproverato a Sade).
Non esiste alcuna consensualità, tuttavia la Rice cerca di  delineare reazioni psicologiche complesse attraverso cui si creano "complicità" vittime-carnefici, ma sinceramente questo aspetto mi sembra il meno felice della narrazione, dato che le forzature risultano evidenti.

Detto in breve della trama, possiamo venire al mio commento.
Il mio ragionamento non può non partire dal fatto che ANNE RICE è un'autrice notissima per i suoi romanzi horror che ha voluto scrivere anche dei romanzi erotici, non il solito piccolo scrittore/scrittrice "di nicchia", come sono spesso gli autori e autrici di romanzi erotici.
Già secondo me da queste considerazioni si ricava la chiave di lettura dei volumi di cui sto parlando, diversamente si incorrerebbe in errori fondamentali di giudizio.
Il racconto horror si basa su una "convenzione", magari non percepita esplicitamente, ma molto presente e solida. L'autore scrive una storia in cui vengono commesse cose che contravvengono alle leggi necessarie alla convivenza civile o anche a leggi fisiche e logiche (elementi o interi mondi fantastici). Questo è accettato senza problemi perché la finalità del racconto horror è puramente ludica e il divertimento sta nell'ambigua identificazione (consapevole o inconsapevole) del lettore ora nella vittima, ora nel carnefice.
Si tratta di un piacere accettato perché è ovvio e sottinteso che rimane puramente mentale (dei soggetti eccezioni patologiche qui non si tratta) e termina quando si chiude il libro.
E' un piacere di natura certamente sadomasochistica, in quanto derivante dalle sensazioni di paura e disagio per ciò che si legge capita alle vittime, che vira al sadismo in momenti in cui ci si "sintonizza" sul carnefice (magari qualcuno ha indugiato a volte sull'idea di mangiarsi il fegato del capufficio o del collega "strarompi" con le fave e una bottiglia di Chianti, per fare un riferimento ad un horror non di Anne Rice, ma notissimo...).
A questo punto dovrebbe essere già chiaro che il meccanismo posto alla base dei romanzi erotici di cui sto trattando NON è di tipo BDSM, ma di tipo prettamente horror.

Il BDSM è un modo di dare ordine, regole e quindi fattibilità nel mondo vivibile concretamente alle pulsioni di natura sadomasochistica (in senso ampio), deve avere quindi un solido ancoraggio innanzi tutto alla CONSENSUALITA' piena fra le parti e poi ai limiti fisici e psicologici degli esseri umani (anche se, come in altre attività umane tipo lo sport, si cerca di abbassare sempre piu' i limiti grazie alla predisposizione dei soggetti e con l'"allenamento").
L'approccio di Anne Rice non è minimamente BDSM (nel senso appena detto), ma puramente horror, una soddisfazione che è basata su realtà ovviamente irrealizzabili, sia perché puramente fantastiche (si potrebbe definirle horror-fantasy-erotiche), sia perché avulse totalmente dalla consensualità (che per gli autori horror è chiaramente inesistente), sia perché contravviene ai limiti fisici e psicologici dell'essere umano.
Per chiarezza, non posso non fare un paragone con "L'HISTOIRE D'O", in cui si è limitato l'elemento fantastico al contesto, ma nel contempo si è voluto far vedere un rapporto BDSM (e quindi innanzi tutto consensuale) spinto fino agli estremi limiti, chiaramente irraggiungibili per il 99% di quelli che praticano realmente BDSM, ma comunque ancora collocabile in un ambito BDSM.
Anne Rice in base a quello che ha scritto in teoria potrebbe non sapere neanche cosa sia il BDSM, usa i "moduli", per lei soliti, dell'horror, semplicemente "specializzandoli" su elementi erotico-sadomasochistici.
Piuttosto, da questi lavori di Anne Rice emerge scopertamente la parentela fra le favole tradizionali e la letteratura horror.

E' idea non certo originale, ma scritta e ripetuta da molti, che le favole "per bambini" abbiano spesso un contenuto di crudeltà molto alto, fra orchi, lupi, streghe, bambini e nonne che rischiano di essere mangiati, sortilegi crudeli di ogni genere e così via.
Il riferimento, anzi il prendere le mosse dalla "Bella addormentata nel bosco" mi pare un evidente "omaggio" a questa opinione.
A me il mondo crudele ed umiliante prodotto dalla mente di Anne Rice ha fatto pensare letterariamente a quel gigante della letteratura (e chi non lo percepisce come tale ha molto da studiare in materia...) che è il "Pinocchio" del nostro buon Collodi.
Se si riesce a vedere oltre gli orpelli pruriginosi delle esagerazioni sadomasochistiche di Anne Rice e si riesce a "distillare" l'essenziale, si dovrà ammettere che i bambini discoli irretiti con la promessa di poter viver nel "paese dei balocchi" e poi trasformati in asini da far lavorare a bastonate non sono così diversi dai "principi e principesse" condannati ai lavori piu' umili e degradanti per gli abitanti del villaggio.
E il percorso di riscatto fra mille errori e sofferenze attraverso cui il burattino di legno Pinocchio arriva a poter essere un bambino vero in carne ed ossa, non è così diverso dal percorso di Bella che si sviluppa nell'intera trilogia.
Come diceva la modista della regina Maria Antonietta, nella moda non c'è nulla di nuovo, solo cose reinventate.
Una cosa degli scritti erotici  di Anne Rice su cui invece vorrei soffermarmi perché avrebbe potuto fare scelte diverse (e quindi è utile capire il perché ha scelto in un certo modo) è la proliferazione dell'omosessualità in tutte le sue forme, ma soprattutto in quella della "violazione" del maschio, umiliato e penetrato sempre in modi estremi.

Non posso sapere se Anne Rice si sia resa conto esattamente delle implicazioni di questa sua scelta e quindi l'abbia fatta consapevolmente o no, ma in effetti io sono convinto dell'esistenza di precisi rapporti fra tendenze sadomasochistiche e inclinazioni omosessuali, premettendo immediatamente che tutti gli esseri umani, prescindendo dal loro sesso biologico sono psicologicamente un mix di maschile e femminile, ovviamente in percentuali assai variabili da soggetto a soggetto.
Detto questo, non bisogna dimenticare che se si guarda ai tempi dell'evoluzione, noi umani eravamo animali "fino a ieri"  e quindi alcuni insegnamenti possono certamente essere tratti dall'etologia, cioè dalla scienza che studia il comportamento animale, guardando in particolare al comportamento degli animali che vivono in gruppo e quindi hanno delle regole e atteggiamenti con cui sviluppano i loro rapporti.
Riducendo tutto alle grandi linee (tenendo quindi presenti i difetti delle semplificazioni), possiamo dire che di solito ci sarà nel gruppo un maschio dominante ("maschio Alpha"), delle femmine che si sottomettono al maschio dominante, ma che possono anche essere molto forti e aggressive (per procacciare cibo e difendere la prole), fino, in circostanze che lo rendono necessario, divenire esse stesse dominanti, dei maschi che vorrebbero divenire Alpha o sono stati Alpha ma non essendolo sono fuori dal gruppo e fanno vita solitaria (diversamente si viene allo scontro e il maschio Alpha "in carica" può vincere o essere sostituito) ed infine dei maschi che per non essere espulsi dal gruppo si sottomettono, ottenendo così i vantaggi derivanti dal vivere in gruppo.
So bene che molti a questo punto avranno pensato che tutto questo non ha nulla a che fare con ciò di cui sto scrivendo, ma se avete un poco di pazienza capirete i nessi.

Infatti, fra gli animali che vivono in gruppo la sottomissione maschile si esprime spesso con l'assunzione di atteggiamenti femminili da parte del maschio che si sottomette, ad esempio si arriva a mimare l'atto sessuale o in alcuni casi perfino si ha un vero e proprio tentativo di atto del maschio dominante su quello sottomesso.
E' quindi evidente che esiste una base naturale che sorregge la relazione fra sottomissione maschile e omosessualità.
Tuttavia, essendo l'essere umano psicologicamente molto complesso e soprattutto esistendo la sovrapposizione di cospicui elementi culturali (intesi come cultura tradizionale di un popolo, derivante dai contesti e dalla storia) si possono creare "mascheramenti" che rendono non ben distinguibili le cose.
Ma, ad esempio, non possiamo dimenticare che il primo sadomasochismo consapevole e consensuale è nato in ambito gay, con le culture leather (o "dei motociclisti" per usare un termine italiano), assai prima delle definizioni di S/M e poi di BDSM e con l'allargamento a rapporti eterosessuali di Dominazione/sottomissione.
E non si può non tener presente che statisticamente i maschi che in maggior numero (maggiore in altissima percentuale) si avvicinano al BDSM prediligono ruoli sottomessi, anche se (a mio avviso per effetto culturale, nel senso già visto) cercano spasmodicamente come essere umano Dominante una "super donna", nell'immaginario bellissima, con gambe lunghissime, vestita di pelle (Catwoman, ad esempio, è un "prodotto di massa" esterno al BDSM, il quale dimostra la fortuna di certe fantasie...).
E' ovvio che l'esasperazione dei caratteri femminili serve da grande rassicurazione di non perdere la virilità, in un contesto culturale che ancora fatica a combattere l'omofobia di cui è intriso e non ha certo saputo affrancarsi realmente dai ruoli predeterminati.
Ma se si potesse entrare nel dettaglio di certi "giochi" fra Dominatrici e sottomessi si svelerebbe immediatamente l'assunzione del ruolo "femminile" da parte del sottomesso e, invece, "maschile" della Dominatrice.
Dominatrici che anche se (per fortuna) sono sempre piu' frequentemente donne che assumono questo ruolo per scelta disinteressata e spontanea, sono comunque spesso mercenarie ben pagate, a dimostrare quanto sia alta la "domanda" da parte degli uomini con vocazione alla sottomissione.
Al confronto, i veri Dominanti uomini, i veri "maschi Alpha" (e si è tali se, ritornando all'etologia, o si domina o si preferisce restare soli "fuori da qualsiasi branco", quindi in una condizione di sofferenza) sono rarissimi, come è ovvio se si guarda ai motivi ancestrali che li fanno così come sono.
E non tragga in inganno il numero di master presenti sui siti BDSM, premesso che in internet ognuno si definisce come vuole, tanti racconti attendibili dicono come moltissimi siano felicissimi di soccombere davanti ad una avvenente "Catwoman" o accontentarsi di normalissime avventure, dato che evidentemente i loro moventi sono piu' semplicemente di sessualità "stravagante" che basati su una reale e profonda vocazione all'essere master.
Non ci sono "lauree" o "titoli", ma solo la forza dei comportamenti e della coerenza (o incoerenza).
 Mi accorgo di aver divagato, ma ciò che volevo non era tanto parlarvi dei racconti erotici di Anne Rice, quanto fornirvi "le chiavi di lettura" per comprenderli in modo corretto (come romanzi fantasy-horror-erotici, non certo "erotici puri" o tantomeno BDSM) ed inoltre farvi riflettere sulla complessità della natura umana (sotto il mascheramento delle sovrastrutture culturali) e i suoi molteplici nessi con la sfera dell'erotismo e della sessualità.

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