venerdì 19 aprile 2013

Tiziano alle Scuderie del Quirinale

di Romy




“Venere che benda Amore” (olio su tela, 1559-1561 o secondo altre fonti nel 1565), è uno dei dipinti esposti alle Scuderie del Quirinale fino al 16 giugno 2013.
E’ un dipinto del tardo Tiziano, composto quando il maestro aveva circa 80 anni.
Il colore è denso, pastoso, quasi palpabile.
L’attenzione dell’osservatore è focalizzata su Venere, splendida dea  incoronata, nell’atto di passare  una benda sugli occhi di Cupido, per rendere l’Amore  “cieco”. Altre tre figure compongono il quadro e ne giustificano concettualmente la composizione.
In piedi, appoggiato alla spalla destra della dea, un altro putto alato osserva l’azione.
E’ Anteros, il fratello maggiore di Eros, l’amore con gli occhi aperti, simbolo della capacità di scrutare le emozioni estetiche che suscitano la voluttà, che con il suo atteggiamento sembra chiedere alla madre se sia ben sicura di quello che sta facendo;  Afrodite  si ferma e volge lo sguardo, perplessa.
Sulla destra della composizione, due ancelle:  quella con l’arco  prefigura la castità e la purezza  nell’Amore,  in ricordo dell’Artemide greca, oppure la percezione cognitiva; l’altra, che a seno nudo accarezza gli strali appuntiti nella faretra, è simbolo dell’ebbrezza  della voluttà, o esprime la metafora dell'intuizione che va oltre i dati percepiti dall'occhio.  Entrambe hanno lo sguardo rivolto alla dea, attendono i suoi ordini,  per consegnare arma e munizioni ad uno soltanto dei suoi figli.
Se Venere deciderà  di cedere le armi a Cupido bendato, la passione amorosa si rivelerà  ardente ed improvvisa, consumando tutto il suo calore  in un fuoco di paglia; ma se le lascerà  ad Anteros,  prevarrà l’amore paziente e saggio.
Al di là delle molteplici interpretazioni date su questo quadro, che la critica moderna tende a spiegare in chiave psico-pedagogica, rimane l’impressione fortissima data dall’esplosione di colori caldi, giocati sui toni di un autunno accesso di oro e rosso bruno.
Il colore non è mai accessorio in Tiziano ma rappresenta, insieme alla luce, la forza dell’espressione. Si fa materia, diventa arte.
Arte sublime.

sabato 13 aprile 2013

Tre colori per dipingere

di Erin Kross


 

Eccomi di nuovo con voi per parlare dell'arte di dipingere, e inizieremo proprio dai colori.
A differenza di quello che forse molti di voi pensano, per dipingere non occorrono molti colori, al contrario, ne bastano solo tre: i cosidetti "primari", e l'articolo di oggi sarà dedicato a mostrarvi come utilizzarli per creare il vostro primo dipinto su carta.

Per prima cosa procuratevi le tempere di buona marca, che useremo come acquerelli, di questi colori:
 
 
rosso magenta (primario) - giallo (primario) - blu cian (primario)
 
 
Vengono detti primari poiché sono i più importanti, e perché da essi si ricavano tutte le varianti di colori e tonalità. Mescolando tra loro in parti uguali il Giallo, il Magenta e il Cian, potremo ricavare i colori secondari: l'Arancio, il Viola, il Verde.


Magenta + Giallo (in parti uguali) = Arancio
Giallo + Cian (in parti uguali) = Verde
Magenta + Cian (in parti uguali) = Viola
 
 
Dai questi colori si ricavano tutte le successive gradazioni, chiare, scure, tendenti più ad un primario che ad un altro. Ricordate che il Nero, non è un colore, ma la mescolanza di tutti e tre i colori primari in parti uguali.

Ora metteremo in pratica queste semplici nozioni, e seguendo alcune facili istruzioni, realizzeremo il disegno di un mazzo di fiori.

1) Su un foglio da disegno F4  (cm 24x34) disegnamo a matita un mazzo di fiori, come più ci piace. Per facilitarvi potete copiare un disegno già fatto che vi piace


2) Prepariamo i colori primari su un piattino – un pennello – un vasetto d’acqua.


3) Cominciamo a dipingere i fiori usando i colori diluiti con acqua, come se fossero acquerelli:

rosso per i fiori rosa
blu cian per i fiorellini celesti
giallo per i fiori a tanti petali


4) Proseguiamo mettendo in pratica le nozioni precedenti: mescoliamo i primari ricavare i colori secondari con i colori composti o secondari:
Viola = rosso+blu cian - per dipingere la violetta
Verde = giallo+blu cian - per le foglie e i gambi
Arancio = giallo e una punta di rosso


Usiamo sempre i colori diluiti con acqua, creando almeno 2 gradazioni di viola e 3 di verde, unendoli in parti leggermente diseguali: basta usare un po’ più di giallo oppure un po' più di blu, per avere verdi più chiari o più scuri. Lo stesso procedimento si userà per ottenere diverse gradazioni di viola: un po’ più di blu, oppure un po' più di rosso.

 
Per i gambi, potete creare una sfumatura più scura aggiungendo al verde che avete usato per le foglie una piccola punta di rosso. Anche il fiore blu può essere reso più scuro, aggiungendo una puntina di rosso per le ombre.

A questo punto rinforziamo i contorni con una matita, per migliorare le profondità del mazzolino di fiori, e il disegno è completo!
Una volta che avete preso dimestichezza nel creare i vari toni e gradazioni di colore, potrete sbizzarrirvi a dipingere vasi di fiori primaverili, e cimentarvi in lavori via via più complessi. Il segreto è tutto nei colore... anzi, in tre colori!

                   
 

lunedì 8 aprile 2013

Il primo caffè del mattino di Diego Galdino



by Andreina


Diego Galdino nasce a Roma il 24 Luglio 1971 a sedici anni inizia a lavorare nel bar dei suoi genitori. Questo non gli impedisce però di continuare a coltivare le sue grandi passioni: l'arte, il cinema e soprattutto la letteratura. Divora romanzi di ogni genere ed inizia a collezionare prime edizioni originali, alcune delle quali farebbero invidia a molte rinomate biblioteche: 'Il vecchio e il mare, Persuasione, Jane Eyre, Il conte di Montecristo, Cime tempestose, Via col Vento, Piccole Donne, Il piccolo Lord, Daisy Miller, La fiera delle vanità, La valle dell'Eden, Nicholas Nickleby e tanti altri capolavori affollano gli scaffali della sua libreria. La lettura a poco a poco instilla in lui il fuoco della scrittura che inizia ad ardere sempre di più fino a trasformarsi in un incendio di creatività perennemente acceso. Questa creatività ha portato ora alla pubblicazione del romanzo Il primo caffè del mattino da parte di una prestigiosa casa editrice come la Sperling & Kupfer, donando a Diego Galdino il giusto proscenio e soprattutto realizzando il suo sogno di scrittore. Sito ufficiale  qui


Caro Diego, benvenuto al Pinkafè,.
A breve uscirà in libreria il tuo nuovo romanzo, Il primo caffè del mattino, una commedia romantica adatta principalmente a un pubblico femminile, che segna anche un grande traguardo per te: pubblicare con una grande casa editrice come la Sperling & Kupfer. Cosa hai provato quando hai saputo che avrebbe pubblicato il tuo romanzo?


Prima di tutto grazie per l’ospitalità e un grande saluto a tutte le lettrici dei Pinkafè.Quando il mio agente letterario mi ha chiamato per dirmi che la Sperling mi aveva messo sotto contratto, mi sono sentito come la Vivian di Pretty woman quando vede arrivare Richard Gere con in mano un ombrello a mo di spada e un mazzo di fiori dall’altra …in quel momento ho pensato …avrò la mia favola…

Come è nato questo romanzo? Massimo, il protagonista, ha forse qualcosa di te, dato che tu stesso sei un barista e servi il caffè ogni mattina?

Tanti visto il lavoro che svolgo abitualmente da ben ventisei anni, potrebbero pensare che questo mio romanzo sia autobiografico ed io potrei lasciarlo credere, ma in realtà Massimo è molto più bello del sottoscritto…

Come mai hai scelto per protagonista femminile una ragazza francese? Puoi raccontarci qualcosa di lei?

Ebbene si ho un debole per le attrici francesi…il mio ideale di bellezza femminile nasce dal tempo delle mele con la splendida Sophie Marceau. Scegliere una ragazza francese come protagonista è stato come voler contrapporre due diverse culture, regalare un pizzico di esterofilia alla storia e soprattutto giocare in casa per far capire ad una francese che la città dell’amore non è Parigi ma Roma. Genevieve è la donna di tutte le canzoni di Antonello Venditti, magica come Una sirena a Manhattam, inaccessibile come la principessa di Amarsi un po’.
Per farla breve una donna che rende i suoi enormi difetti i suoi più grandi pregi.

Ci sono degli autori, o delle autrici, che consideri importanti in quello che è stata la tua crescita come scrittore?

Beh! Sicuramente essendo io prima di tutto un lettore e poi uno scrittore, molti sono gli autori e molte sono le autrici che hanno influenzato il mio modo di scrivere, ma preferisco citare i miei due libri preferiti, badate bene non i più belli che abbia mai letto, ma i due a cui sono più legato. Pesuasione di Jane Austen e Le pagine della nostra vita di Nicolas Sparks. Se siamo qui oggi è senza dubbio merito di questi due romanzi


Ti senti in qualche modo affine a Nicholas Sparks, e per quale motivo?

La prima cosa che mi viene in mente da rispondere è un enorme magari !!!!

Cosa vedi nel tuo futuro dopo questo nuovo libro? hai già in mente un'altra storia? 

Di sicuro continuerò a scrivere e a lavorare nel mio bar.
Ho tante storie d’amore in testa  che aspettano solo di essere scritte …ovviamente Il primo caffè del mattino permettendo.

Grazie ancora a Diego Galdino per la tua cortesia e disponibilità.

Grazie a te per essere stata una padrona di casa gentile e paziente e un grazie al Pinkafè.



Trama di  "Il primo caffè del mattino" 

Tra equivoci, baci e lunghe passeggiate romane, una commedia romantica lieve, divertente e tutta italiana, con una protagonista d'eccezione: la città più magica del mondo.

Massimo ha poco più di trent’anni, è il proprietario di un piccolo bar nel cuore di Roma, e non si è mai innamorato davvero. Ogni mattina, all’alba, esce di casa, attraversa Piazza Santa Maria in Trastevere e raggiunge il suo bar. Lì lo aspetta il primo caffè della giornata, quello dall’aroma più intenso, e dal sapore più buono. In fin dei conti sta bene anche da solo, continua a ripetersi man mano che il locale si anima: a tenergli compagnia ci pensano i clienti affezionati, con cui ogni mattina Massimo saluta la giornata fra tintinnio di tazzine, profumo di cornetti caldi e un po’ di chiacchiere. Allora come mai, il giorno in cui improvvisamente entra nel bar una ragazza dagli occhi verdi, il viso spruzzato di lentiggini e l’aria sperduta di una turista straniera, Massimo non riesce a toglierle gli occhi di dosso?Né tanto meno a farsi capire in nessuna lingua: al punto che, tempo cinque minuti di interazione, si ritrova una zuccheriera rovesciata addosso, la porta sbattuta in faccia e qualcosa di molto simile a un cuore spezzato che gli martella nel petto. Ma la ragazza con le lentiggini, che viene da Parigi, di nome fa Geneviève e di mestiere inventa cruciverba, tornerà presto da Massimo: perché ha un segreto che non può rivelare a nessuno, e che la lega proprio a quel luogo. Massimo – che da quando l’ha incontrata la prima volta, con la frangia spettinata e il vestito rosso – non se l’è più tolta dalla testa, non potrà che corteggiarla con le armi che conosce meglio: caffè, cappuccini e il fascino di Roma. Sperando che, nonostante tutti i segreti che Geneviève nasconde, entrambi si ritrovino a volere la stessa, unica cosa: bere insieme il primo caffè del mattino. Tutte le mattine. Tra equivoci, baci e lunghe passeggiate romane, una commedia romantica lieve, divertente e tutta italiana, con una protagonista d’eccezione: la città più magica del mondo.
















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