lunedì 18 giugno 2012

Da 50 sfumature di grigio al BDSM: appunti di una lettrice curiosa

di Astasia

Dopo la lettura della storia di Christian e Anastasia non posso nascondere che la curiosità  ha preso il sopravvento sull'indignazione e la diffidenza iniziali. In punta di piedi e con timidi passi, ho cominciato a muovermi sul web dicendomi che volevo cercare di scoprire qualcosa di più sul BDSM.

Con questo post vorrei quindi  condividere con voi, care lettrici, le mie conoscenze acquisite,corredate ovviamente da inevitabili dubbi e paure. Ho scoperto ad esempio che noi scandalizzate da frustini, cere bollenti e corde, veniamo additate dai praticanti del bdsm con il termine " vanilla" e facciamo parte di coloro che si "limitano" a pratiche sessuali tradizionali, con chiaro riferimento al gusto vaniglia noto per la sua delicata dolcezza.  A me però la vaniglia piace moltissimo proprio per  quel  suo aroma che sarà anche poco incisivo, ma il cui profumo mi fa stare proprio bene. Mi sono ripetuta spesso che è impossibile ingabbiare l'erotismo in comportamenti oggettivi, e sono convinta che  il BDSM ovviamente non sia  da meno, anzi, ritengo personalmente difficile anche solo tratteggiarne un contorno definito, per questo mi piace immaginare non cinquanta, ma milioni di sfumature che  gli possano appartenere. Ho scoperto che c'e' chi lo considera un gioco, chi uno stile di vita ,  chi una spezia piccante per condire il sesso. Ma poi alla fine perchè strozzare il BDSM in una definizione che mai lo rappresenterà nella sua vera natura?

BDSM è l'acronimo di Bondage & Discipline, Dominazione & Sottomissione, Sadismo & Masochismo, concetti chiave ma non esausitivi che si riferiscono alla costrizione del corpo, alla pratica dell'obbedienza, alla cessione del potere e alla ricerca del  piacere attraverso il dolore inferto o subito.
Da questo punto in avanti le declinazioni sono infinite e balza agli occhi come controllo, fiducia e abbandono siano pedine importanti in questa  scacchiera dell'erotismo. Per quanto sia impossibile categorizzarlo e imbrigliarlo, anche il BDSM però pare accogliere delle guidelines, ovvero dei princìpi guida che tentano quanto meno di conferire la sicurezza e la salvaguardia psico-fisica di coloro che lo praticano. La guideline più famosa e comoda da citare è sicuramente la SSC:  Safe, sane, consensual. Sano, sicuro e consensuale.
E qui si possono snocciolare tutti i concetti rassicuranti circa il rifiuto di ledere in maniera permamente l'equilibrio psico-fisico degli interessati (non si lasciano cicatrici o danni permanente durante "le pratiche"), l'intento di non travalicare i limiti stabiliti dai partecipanti- da qui il consensuale, di non degenerare nella violenza fine a se stessa, la consapevolezza dei rischi e delle pratiche da attuare in caso di difficoltà.
La safeword, la parola di sicurezza che interrompe tutti i giochi,  esiste davvero e spesso due parole  sono meglio, scelte insieme ad un gesto convenzionato in caso non sia possibile aprire la bocca. Il buonsenso e la prudenza sono ottime compagnie, così come è bene tenersi lontano dall'uso di alcol o droghe durante i giochi o le sessioni ( alcuni usano anche questa definizione).
 Eppure mi chiedo se alcune volte tutto ciò possa bastare. Perchè può capitare che, per quanto ci si muova all'interno della confortante SSC,  si possa comunque rimanere ben lontani da quello  che il BDSM è veramente.Può capitare che manchi quel brivido di eccitazione, quell'emozione che nasce dalla commistione di paura e desiderio, di dolore e piacere, e allora  nemmeno tutta la sicurezza di questo mondo può scatenare quel ventaglio di forti suggestioni di cui il BDSM può fare vanto.Molte di voi si staranno chiedendo: ma  dove sta il divertimento di farsi frustare, sculacciare o addirittura legare fino all'immobilizzazione completa? Me lo sono chiesta anche io e ho trovato per adesso solo questa risposta: nel rapporto d/s ho trovato  una forma di amore completa, dove la sottomessa si esprime attraverso il desiderio di compiacere il suo Master e dove il Master si prende cura della sua schiava a 360 gradi. Siete ancora perplesse, vero?  Forse la chiave di volta è custodita nella dominazione che parte prima dal cervello e poi si eplica sul corpo. Se non si accende quel feeling psichico fra dominante e sottomesso, niente di tutto quello che segue potrà avvicinarsi anche solo lontanamente al BDSM. Il dialogo è fondamentale e forse  la dominazione è prima di tutto cerebrale, poi fisica, come naturale e necessario complemento.

E il sesso? pare non sia obbligatorio. Ci sono  dominatrici che addirittura lo relegano  ad una sfera personalissima,distinta e intoccabile dal BDSM. Altri invece ritengono il BDSM una componente  essenziale del sesso, fondamentale: insomma non esiste sesso senza BDSM. Ma non mi stanco di ripetermi che nulla del BDSM è scritto sulla pietra, per cui mi chedo se forse non sia  meglio rimandare ai propri vissuti e alle proprie sensibilità.
Bazzicando il web per carpire informazioni interessanti ho inoltre scoperto che per dare libero sfogo alla fantasia, incontrare gente  con le stesse inclinazioni e cambiare anche aria,   molti adepti si ritrovano in club privati attrezzati per tutti i gusti e le necessità.
Molti, moltissimi club impongono un dresscode piuttosto rigido. Dimenticatevi quindi jeans e scarpe da ginnastica, se non siete vestiti nel modo giusto partite già col piede sbagliato e date chiara prova di non aver colto nemmeno lontanamente l'anima del BDSM. Largo quindi a uniformi scolastiche, latex, pelle, abiti da lavoro che creino un ruolo, oppure particolarmente provocanti o discinti. Qualche club può tollerare il look total black.
I club privèè che specificatamente sono dedicati al BDSM mettono a disposizione attrezzature e ambienti per gli amanti del genere: dai frustini alle corde, nonchè camere a tema per dare libero sfogo alla fantasia di ciascuno. Vi siete scandalizzate? Eppure lungi da me esaurire un argomento che forse non ha confini, complesso e variegato come le pulsioni umane che lo colorano e lo nutrono. Giunta a questo punto mi chiedo se non sia il caso di rivolgersi ad un esperto, qualcuno che il BDSM non si limita a leggerlo fra le pagine di un libro,  ma che lo vive veramente, un Master reale. E mentre noi continuiamo la nostra ricerca, vi siete chieste se vi piace la vaniglia oppure vi sentite  pronte per corsetto e tacchi a spillo? Avete partecipato al nostro sondaggio?

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo post è una vera chicca! condivido tutte le riflessioni e le perplessità di Astasia :-)
Secondo me bisognerebbe affrontare qualsiasi tipo di erotismo con una mente aperta, lontano dai bigottismi e dai falsi moralismi, e devo dire che anche se è difficile immaginare di provare piacere ad essere frustate e legate, non nego che la cosa sia molto intrigante, proprio per gli equilibri di potere e di fiducia che stanno alla base di un rapporto del genere
Niki

Pinkafé ha detto...

Carissima Niki,
grazie per essere passata a lasciare il tuo commento e grazie per la chicca ;)
Continua a seguirci perchè le chicche non mancheranno, anzi ne abbiamo una in serbo davvero speciale. Hai perfettamente ragione quando scrivi che ci vuole una certa apertura mentale, e questo non vuol dire che tutte desideriamo addentrarci nel BDSM con fervore, ma almeno cercare di capire cosa si cela dietro un rapporto di dominazione/sottomissione, senza giudicare. Mi raccomando partecipa al sondaggio!
A presto,
Astasia

Pinkafé ha detto...

Sono d'accordo anche io con voi, ognuno è libero di affrontare quello che vuole se è disposto a farlo, senza remore; certo che per intrigare intigra,ma bisogna vedere se poi si ha il coraggio di andare fino in fondo!
Andreina

Anonimo ha detto...

è interessante, dopo anni che frequento quasi esclusivamente gente "dentro" il bdsm, vedere che percezioni ne ha chi sta "fuori" :-)
più che "non tutti desiderano" io la metterei su un "non tutti possono" e non perchè sia una strana setta per soli adepti ma perchè se certe pulsioni non le hai, in dom o in sub, non te le puoi inventare (e ve lo dice una che, da anni, cerca di "trascinarci" qualcuno :-))
la "schiava per amore" non esiste o, meglio, non dovrebbe esistere. le cose che si fanno le si fa per proprio ed unico piacere personale, che poi questo piacere passi per vie traverse non inficia il fatto che le sia faccia per il proprio piacere.
addentrarsi in un discorso sul bdsm è impresa improba e non è qui certo il luogo o lo spazio perchè è talmente variegato, sfaccettato, ricco di sfumature che ci si può trovar dentro tutto e anche il suo contrario (altrimenti, sui siti a tema, non staremmo a discutere e litigare sugli stessi argomenti da tempi immemori :-)).
una nota sui club: non tutto il bdsm (e non tutti i bdsmrs) girano sui club, anzi. e il dress code (altro argomento di discussioni feroci fra i "pro" e i "contro") nasce dall'esigenza di dare una certa atmosfera e di tenere almeno un po' alla larga i "solo" curiosi.
Luna_ca

Pinkafé ha detto...

Ciao Luna_ca,
grazie per essere passata anche a leggere i miei appunti e per le tue precisazioni. L'idea infatti di questo post è stata quella di mettere per iscritto impressioni e appunti nati dal mio sbirciare in giro, senza ovviamente pretese. E l'impressione che ne è nata subito dal mio bazzicare in giro, è quella di qualcosa che non si può assolutamente categorizzare e spero questo aspetto si colga.
Mi sembra di capire che il BDSM o ce l'hai nel sangue oppure rimarrai sempre dall'altra parte della barricata, mi sbaglio?
Ciao
Astasia

Anonimo ha detto...

Ciao,
sono d'accordo con tutti, e penso che in ognuno di noi ci sia un pò di spirito BDSM, si tratta solo di comprenderlo, accettarlo, e viverlo nell'assoluta libertà, lasciando perdere i moralismi. Siamo tutti più o meno egoisti, e le azioni che si compiono sono prima di tutto per noi stessi, per il nostro piacere. Soffocarci come spesso avviene porta solo col tempo frustrazione.
Come dice Luna_ca, sono milioni di sfumature, e categorizzare il BDSM è la più grande delle limitazioni.
LaSamy

Old man ha detto...

@LaSamy: sono d'accordo che in ognuno di noi ci sia un pò di spirito BDSM, o meglio di spirito non Vanilla (quando si parl adi BDSM è molto più facile dire cosa NON è che non cosa e, a mio avviso). Ma si può benissimo accettarlo e viverlo, o non accettarlo e non viverlo, come facciamo con molte altre sfumature del nostro io

Unknown ha detto...

la fantasia è parte integrante dell'essere umano, così come spingersi verso desideri e pensieri oltremodo intensi e "perversi", e senza dubbio si tratta di un mondo assolutamente affascinante, e una volta assaporato e conosciuto meglio irrinunciabile...
peraltro ocme per tutto nella vita, non è mai tanto cosa si fa ma con chi che conta davvero

Anonimo ha detto...

Salve, anch'io "interessata" dopo la lettura della trilogia che è bella ma ha fatto parecchi "danni" perchè, almeno nel web, è un gran pullulare di gran masteroni (minuscolo non a caso). Bisogna fare attenzione.. giustamente come dice Astasia ad unn certo punto bisognarebbe (per capirne davvero) confrontarsi con un vero Master... personalmente è quello che sto facendo ma è difficile avere quella parolina magica che è il fondamento della vita e che è FIDUCIA! Attenzione quindi... attenti a chi mette fretta, attenzione... lo dico anche a me stessa.

Anonimo ha detto...

"Sesso alla vaniglia" è solo una traduzione errata, o meglio è una traduzione troppo letterale in quanto "vanilla sex" utilizza il termine "vanilla" preso dal gergo informatico con il quale si intende qualcosa di standard, di tradizionale. Ma d'altronde per un libro mediocre la traduzione non poteva essere di qualità.

Anonimo ha detto...

Ma quindi 50 sfumature non storpia in un modo allucinante i concetti del BDSM! Giusto?

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