martedì 29 maggio 2012

Hunger Games di Suzanne Collins, il reality Show nell'era post apocalittica

di Astasia

Era post apocalittica: dove un tempo c'era il Nord America, ora sorge lo stato di Panem, organizzato in 13 distretti capitanati da Capitol City. Come punizione per la ribellione dei distretti al Governo centrale, da settant'anni ciascun distretto sorteggia un ragazzo e una ragazza fra i dodici e i diciotto anni, con lo scopo di farli partecipare agli Hunger Games, un reality show televisivo durante il quale i giovani vengono gettati in un Arena all'aperto da cui potrà uscire un solo vincitore.....vivo. Se vinci otterrai cibo e ricchezza,altrimenti perderai la vita.
 Katniss Everdeen si offre volontaria come tributo per sostituire la sorellina il cui nome è stato sorteggiato insieme a quello di Peeta Mellark. Pur consapevole di andare incontro a morte certa, Katniss è una ragazza piena di risorse ed è forte il suo desiderio di riabbracciare la sua famiglia, per cui lotterà fino in fondo per salvarsi la vita anche a costo di dover uccidere Peeta, il ragazzo dall'animo troppo gentile per le barbarie perpetrate durante i giochi. CHE GLI HUNGER GAMES ABBIANO INIZIO..

I libri popolari, quelli di cui parlano tutti,sono anche quelli che mi intimidiscono maggiormente, perchè sospetto che dietro le vendite strabilianti e la pubblicità si celi spesso una cocente delusione.
Ho quindi aperto Hunger Games- si fa per dire visto che ho un ereader- munita di quintali di diffidenza e circospezione. Immediatamente il lettore capisce che la Collins non ci gira intorno e  si trova catapultato nella narrazione senza preamboli o introduzioni.
Le spiegazioni arrivano man mano con uno stile asciutto e minimalista,accompagnate dall'ormai onnipresente io narrativo. L'autrice non indora la pillola nemmeno con un po' di ironia, per cui viene tutto buttato nelle pagine con un senso di ineluttabilità che in qualche modo ricalca l'indole della protagonista.
Katniss è una ragazzina che alla morte del padre deve crescere in fretta ed è quindi costretta a fare quello che è necessario sfruttando gli insegnamenti del padre:  cacciare e barattare la selvaggina al mercato nero per procurare cibo alla sua famiglia. Il distretto 12 dove Katniss vive  è il più povero,quello dove la gente muore di fame e di stenti e trovare cibo è l'occupazione principale della ragazzina, che impara nei boschi a diventare una cacciatrice non per velleità personali, ma per pura e semplice necessità.Mangiare ha la priorità assoluta e questo il lettore lo capisce da subito, con tutte le implicazioni psicologiche connesse al cibo:
il nutrimento come espressione di amore profondo,il nutrirsi come istinto primordiale che eguaglia tutte le creature nel bisogno, ma che poi le divide in cacciatori e prede. Questo è il ritornello della prima parte: procacciare il cibo e sopravivvere giorno per giorno. Nel distretto 12 non c'è spazio per altro.
L'autrice stessa ha  dichiarato di aver attinto dai vari reality show a cui ha assistito durante  una serata di zapping.e Hunger Games diventa il prodotto di una miscela apparentemente vincente che mescola la modernità del reality show con la spettacolarizzazione della  morte. Lo stesso Colosseo si erge nella Capitale a silenziosa ma quasi immortale testimonianza di questo fenomeno, che con il tempo ha solo cambiato scenografia e strumenti, ma che nel suo nocciolo è rimasto identico.Katniss è una narratrice implacabile che guarda sempre avanti senza mollare e che si incrina solo di fornte alla sua famiglia, in particolare la sorella e il padre perduto.
Una narrazione avvicente quella dei Giochi che tiene ancorato il lettore per una storia che è cruda e violenta, pur senza entrare in dettagli raccapriccianti, anche se non manca di atmosfere dalle  tinte leggermenti horror nel finale. Tanti sono gli spunti di riflessione di questa storia che a mio avviso trova l'unico limite nello stile narrativo.Nato come Young adult, assume in sè tematiche che forse tanto giovanili non sono.
In un ritmo serratissimo, Katniss e Peeta sfoderano la loro ansia, la solitudine e la disperazione, la voglia di restare vivi, ma sopratutto umani con la loro dignità e intelligenza. Non ci sono risposte
per il lettore, ma solo tanti interrogativi e una finestra aperta su un'umanità che si barcamena fra l'ipocrita  ripugnanza e il godimento morboso di una tragedia che è sotto gli occhi di tutti , ma che rimane pur sempre a debita distanza di sicurezza.
Una lettura spiazzante, avvincente, ma da cui non dovete aspettarvi alcun tipo di conforto, nemmeno dal finale che  chiude un grosso capitolo, ma scioglie altri fili importanti che vedremo tirati nei seguiti La Ragazza di Fuoco e Il Canto della rivolta.

Titolo originale: Hunger Games
Edizione italiana: Mondadori, ottobre 2009
ISBN: 978-8804621614
Pagine:  376

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che bella recensione! complimenti! io ero indecisa se leggerlo ma dopo questa recensione lo prenderò di sicuro :-)

Buffy

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