mercoledì 12 settembre 2012

Sulle orme di John McFee

di Kathleen McGregor




Una delle navi che seguirono Henry Morgan fino al Castello di San Lorenzo, sulla foce del fiume Chagres, era la Golden Lady, capitanata da John McFee. Dopo la traversata del mare interno e la conquista di Santa Catalina, la costa rigogliosa di vegetazione selvaggia si stendeva davanti a loro, mostrando la bocca d’acqua che si inoltrava come un nastro in mezzo alla giungla: la via verso la conquista. Milleottocento uomini affollarono le coste e il castello per una settimana, caricando barche e canoe di viveri e munizioni, poi iniziarono la risalita del fiume...

E il nostro viaggio ha inizio...


Chagres e San Lorenzo



Il Castello San Lorenzo fu costruito a difesa della foce del fiume Chagres durante il XVI secolo per ordine del re di Spagna Filippo II. Il Chagres costituiva la principale via di commercio e comunicazione tra il mare interno e la città di Panama e il mare del Sud, e la posizione del Castello permetteva di avere un'eccellente visuale sul mare, per prevenire gli attacchi dei pirati.
Le sue fila di cannoni puntate sulla baia dovevano scoraggiare e fermare l'approssimarsi delle navi. La fila di scogli che occludeva l'entrata alla foce, nascosta dalle onde del mare, diveniva un’altra efficace difesa per chi non conosceva quei fondali, soprattutto quando c'era vento e il mare era mosso.

Inizialmente costruito di legno, il Castello venne distrutto, incendiato e ricostruito a più riprese nei secoli successivi. Da Francis Drake nel 1596. Nel 1671 da Henry Morgan, al suo ritorno da Panama e prima di riprendere il mare con il bottino. Nel 1740 dall’ammiraglio inglese Sir Edward Vernon, che lo bombardò fino alla resa degli Spagnoli. Venti anni dopo venne ristrutturato e fortificato, e da allora non dovette più subire altro attacco se non quello del tempo, fino ad oggi.
Il Forte continua a dominare la baia, avvolto dal silenzio e dalla tranquillità selvaggia che lo circonda, e a testimoniare quattrocento anni di storia.



Panama


Il 15 Agosto 1519 Pedrarias Dávila, governatore della regione Castilla del Oro (come venne chiamato l’Istmo da Ferdinando II di Aragona dopo le spedizioni di Colombo e di Balboa), spostò la capitale sulle coste del mare del Sud, e fondò Nuestra Señora de la Asunción de Panamá, ovvero Panama. Pedrarias diede inizio anche ai lavori per la costruzione attraverso la giungla del Camino Real, la strada che avrebbe unito Panama a Nombre de Dios, a Portobello e al Mare del Nord, ovvero l'Atlantico (la medesima strada seguita, oltre un secolo dopo, dai corsari di Morgan).



Da allora, e per i successivi 300 anni, Panama rappresentò il punto di maggiore importanza economica e strategica di tutto l’Impero Spagnolo. La sua posizione sulla costa del mare del Sud, la proteggeva dalla minaccia dei pirati che imperversavano soprattutto nel mare del Nord, fino a quando non fu conquistata e completamente distrutta da Henry Morgan.
Venne ricostruita negli anni successivi, e nel luogo dove sorgeva la vecchia Panama, ancora oggi si possono visitare le rovine abbandonate da Morgan, con quello che rimase della cattedrale e del convento.



Bocas del Toro


Una spiaggia come questa è quella in cui si McFee e Soledad si ritrovano dopo essere scampati alla tempesta.

Bastimentos, fa parte dell’arcipelago Bocas del Toro, nel territorio di Panama, insieme a una serie di altre isole, tra cui San Cristobal, Colón, Popa, di dimensioni diverse, alcune di qualche decina di chilometri quadrati altre grandi come uno scoglio, ricche di vegetazione e fauna selvagge.





In simbiosi con questa natura vivevano diverse tribù indios ancor prima della scoperta di Colombo, nel 1502, quando arrivò nella Admiral Bay, trovandosi davanti un paradiso dall’acqua trasparente ricca di pesci e una terra piena di piante da frutto.
Le isole sono ricoperte dalla foresta tropicale, palme, carape, mogano, querce, rampicanti e felci, mangrovie, popolate da moltissime specie di uccelli, rane, pipistrelli, serpenti, iguana, scimmie, e nelle acque tartarughe marine, delfini.


"La costa invasa dalle mangrovie si profilò nitida sul mare al calar del sole. Quando furono prossimi alla riva, John ammainò la vela e afferrò un bastone per spingere la zattera e guidarla tra le grosse radici che emergevano dall'acqua. Le imponenti fronde creavano sopra di loro un tetto quasi impenetrabile che si specchiava sull'ondeggiare fluido della superficie e saturava l'ambiente di verde e di ombre che ne accentuavano le profondità, facendole sembrare inaccessibili. Era quasi impossibile determinare fino a dove il mare si estendesse, e solo quando John fermò la zattera e iniziò ad assicurarla alle radici con le funi, Soledad si accorse che della riva limacciosa che affiorava poco più avanti."  (La Sposa Spagnola)

 

Degli indios e dei loro rapporti con i filibustieri ci parlano sia Oexmelin, nel suo "Bucanieri d’America" del 1678 sia William Dampier nel suo libro “A New Voyage Round the World” del 1681, quest’ultimo riferendosi in modo particolare ai Mosquito (o Miskito), per i quali nutriva un grande rispetto.

“Sposano una sola donna, con la quale rimangono fino alla morte. Non appena iniziano a vivere insieme, l’uomo pianta una piccola piantagione, dato che c’è terra in abbondanza possono scegliere il luogo che preferiscono. Amano stabilirsi vicino al mare o a qualche fiume, per poter pescare, il loro impiego preferito. Dopo che l’uomo ha spianato un pezzo di terra e ha seminato, raramente rimane ad occuparsene e ne lascia il controllo alla moglie, mentre lui va a caccia.
A volte si limita a procurare del pesce, altre volte va a caccia di tartarughe, foche, qualsiasi cosa catturi la porta alla moglie, e non caccia nient’altro fino a che questa non è stata interamente mangiata. Quando inizia a farsi sentire il bisogno di mangiare qualcosa di più, prende la sua canoa per andare a pescare nel mare, o va a caccia di pecari, cani selvatici o cervi, raramente ritorna a mani vuote, né ritorna a cacciare fino a quando non è stato consumato interamente.
Le piantagioni sono piccole: 20-30 piante di banane, patate dolci, patate, manioca, mais, pepe indiano, ananas, dai cui frutti ottengono una bevanda alcoolica che i nostri uomini chiamano pine-drink” 
(tratto dal libro di Dampier)



Cartagena



Cartagena viene fondata nel 1533 da Pedro de Heredia, e pochi anni dopo venne dotata di una fortezza e di mura difensive contro la minaccia dei pirati. Ciò tuttavia non impedì che venisse attaccata numerose volte tra gli anni 1550 e 1570 da corsari inglesi, olandesi e francesi. Tra di essi Francis Drake e John Hawkins.

Nel corso del secolo successivo, Cartagena venne dotata di numerose strutture difensive, diversi forti a controllare le entrate sia della baia esterna che interna, e cinte murarie, divenendo una delle città meglio difese della terraferma spagnola.







Curaçao

 
Esistono diverse teorie sull’origine del nome di questa isola. Una di queste lo fa derivare dalla parola portoghese curação, che significa “guarito”, sembra infatti che i primi marinai giunti sull’isola affetti dallo scorbuto, guarirono probabilmente mangiando i frutti che vi crescevano, ricchi di vitamina C. Un’altra trova l’origine nella parola coração, che significa “cuore”, forse per identificare l’isola come il centro del commercio. Cosa che accadde nel corso del XVI e XVII secolo.

I primi europei ad approdare sulle sue coste furono gli spagnoli nel 1499, al seguito di Alonso de Ojeda, che decimarono gli indigeni che la abitavano, e ridussero i superstiti in schiavitù.
Venne successivamente occupata dagli olandesi, che nel 1634 fondarono Willemstad nella baia di Schottegat, e ne fecero una base navale per la Compagnia Olandese delle Indie Occidentali.

Inizialmente, l’isola non destò interesse tra i conquistatori perché priva di metalli preziosi, ben presto però divenne evidente che la vera ricchezza era rappresentata dal sale, che gli Olandesi iniziarono a produrre in quantità, e dalla sua posizione, di importanza strategica per i commerci, il contrabbando e la pirateria. A partire dal 1662, e per tutto il XVIII secolo, divenne uno scalo importantissimo per la tratta degli schiavi, i quali dopo esservi deportati dall’Africa, venivano venduti e smistati per tutti i Caraibi e il Sudamerica.
 

 
 
 
 
Barbados
 
 
Ed eccoci giunti all'ultima parte del viaggio. Il luogo dove tutto ha avuto inizio, e dove tutto trova una conclusione: Barbados.
 
"Chiamata anche piccola Inghilterra, l'isola di Barbados giaceva all'estremo confine della catena delle piccole Antille, tanto a est da esse e tanto a sud delle correnti oceaniche che le navi seguivano normalmente, che per molto tempo era rimasta inesplorata.Era un luogo di celestiale bellezza, con la sua natura rigogliosa, il clima caldo, bagnata da un mare trasparente, ricco di pesci e di molluschi. Tuttavia, per la sua particolare posizione, essa non offriva comoda meta ai comandanti delle navi europee, i quali preferivano senza dubbio gli ancoraggi sicuri di San Vincenzo, Grenada, Martinica e Dominica, i punti in cui si svolgevano le tappe per i rifornimenti necessari, prima di addentrarsi nel Mediterraneo Americano. Le navi che vi si dirigevano, erano spinte per lo più da motivi commerciali, poiché non era facile approdarvi. (...)
Le coste orientali, dette anche controvento poiché ricevevano in pieno il soffio degli alisei, erano costituite da inospitali costoloni rocciosi che si stagliavano minacciosamente su un mare tempestoso e irto di scogli, che rendeva impossibile approdare senza rischiare di sfracellare la nave.
Bisognava aggirarla, e accostarvisi dal versante occidentale, più caldo e decisamente più congeniale, dove una piccola baia non molto protetta offriva ancoraggi più sicuri su un fondale privo di scogli dalle lunghe spiagge sabbiose.
 
Su quella baia sorgeva Bridgetown. Nata alla fine del secondo decennio del secolo come un piccolo agglomerato di rozze casupole, era diventata una città splendida, ideale per viverci, con le sue candide case olandesi dai tetti di tegole rosse importate di contrabbando dalla Spagna, lo snodarsi delle strade, la chiesa con le panche in mogano e le botteghe ricche di merci importate da ogni parte d'Europa. L'isola, fertilissima, era totalmente pianeggiante, a differenza delle vicine Martinica e San Cristoforo, irte di alture e di montagne. Aveva un'economia basata sulla coltivazione dei prodotti che i mercanti inglesi erano disposti a comperare, ovvero cotone, tabacco, indaco e canna da zucchero."
(da Corinna. La Regina dei Mari)
 
E potrebbe essere in una casa come questa, che John McFee e la sua Soledad costruiranno il loro futuro. Li immagino uno accanto all'altra, dietro quelle vetrate... alla fine del libro.
 

 

 
 
 


2 commenti:

Anonimo ha detto...

mi sono goduta moltissimo questo post e ringrazio di cuore Kathleen per questo regalo. Leggendolo ho riassaporato tutte le atmosfere del suo libro La sposa Spagnola, un bellissimo viaggio!
A presto,
Elnora

Pinkafé ha detto...

Un bellissimo post che mi fa venire in mente le parole della Dickinson: non esiste un vascello veloce come un libro.
E posso aggiungere che non esiste personaggio che possa eguagliare John McFee?
Grazie Kathleen

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